Il documento alle Nazioni Unite

“Antisemitismo, risposte condivise”

Contro l’antisemitismo servono risposte concrete, concordate e sviluppate a livello internazionale.

A chiederlo sono 22 paesi, con in testa l’Ungheria, in un documento congiunto di cui è stata data lettura nel corso del 38esimo Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite svoltosi a Ginevra. Tra i punti essenziali la necessità di un rafforzamento di misure legislative contro parole di odio e di incitamento alla violenza; il rafforzamento del dialogo con la società civile così da promuovere rispetto, tolleranza e reciproca conoscenza; impegni educativi nelle scuole per contrastare il pregiudizio; campagne informative che aiutino la conoscenza; politiche per la tutela e la valorizzazione della cultura ebraica.

Dietro a questo documento lo sforzo del World Jewish Congress, che molto si è speso per un pronunciamento Onu sul tema (di drammatica attualità nella stessa Ungheria, con i nazionalisti di Jobbik secondo partito più votato). A sottolineare l’importanza di un intervento, su mandato del presidente Ronald Lauder, è stato infatti il suo vicepresidente Robert Singer inviato in missione, in maggio, per alcuni incontri con l’ambasciatrice ungherese Zsuzsanna Horváth, il ministro degli Esteri Péter Szijjártó e il presidente delle Comunità ebraiche Andras Heisler. Un impegno condiviso, con la sfida di allargare il più possibile la rete.

“A seguito di un lavoro intenso – spiega lo stesso Singer – hanno poi aderito Albania, Croazia, Slovacchia, Bulgaria, Polonia, Ucraina, Repubblica Ceca, Austria, Guatemala, Honduras, Giappone, Australia, Germania, Montenegro, Belgio, Lituania, Olanda, Grecia, Regno Unito, Canada e Liechtenstein. A ciascuno di questi paesi dobbiamo un ringraziamento per aver colto l’urgenza di questa iniziativa”.

(Nell’immagine il vicepresidente del WJC Robert Singer con l’ambasciatrice ungherese Zsuzsanna Horváth)