Fonte:
La Stampa
Autore:
Walter Rauhe
Germania, ergastolo alla neonazista Beate. Ma restano i misteri
Condannata la donna del gruppo terroristico dell’Nsu
Deci gli omicidi a sfondo razziale. l dubbi sugli 007
Beate Zschaepe, l’ultima componente ancora in vita della cellula terroristica di estrema destra dei «Nazionalsocialisti clandestini» (Nsu) è stata condannata all’ergastolo. Dopo cinque anni e oltre 400 udienze, il tribunale di Monaco di Baviera ha condannato ieri la donna alla massima pena ritenendola colpevole dei 10 omicidi a sfondo razzista compiuti dal gruppo eversivo tra il 2000 e il 2007 nei confronti di otto immigrati turchi, un greco e di una poliziotta tedesca, ma anche della complicità nella pianificazione di 2 attentati e 15 rapine.
Il processo infinito
Si chiude così uno dei più lunghi processi nella storia giudiziaria tedesca e una delle più misteriose ma anche scandalose vicende criminali della Germania del dopoguerra. La sentenza emessa nei confronti dell’unica componente femminile del gruppo, che ha sempre tenuto un ferreo silenzio e cambiato più volte gli avvocati, ha finalmente reso giustizia (con ritardo) alle vittime della lunga serie di omicidi e ai loro parenti. Per quasi un decennio infatti la cellula neonazista è riuscita a seminare sangue e terrore in giro per la Germania, assassinando ogni anno un immigrato straniero scelto a caso – in massima parte gestori di negozi alimentari – senza che la polizia riuscisse a mettere in collegamento i misteriosi omicidi, che allora la stampa popolare aveva ribattezzato come «delitti del kebab».
Le inchieste difficili
Partendo dalla nazionalità straniera delle vittime, gli inquirenti avevano continuato a lungo a seguire la pista della criminalità organizzata, di una resa dei conti tra clan stranieri avversari e indagato su presunte attività illegali delle persone uccise. Mai a nessuno, non alle forze dell’ordine, non alle procure e nemmeno ai servizi segreti, era venuto in mente che dietro a tutti gli omicidi potessero nascondersi gli stessi autori o terroristi di destra. E questo nonostante la pistola utilizzata per i delitti fosse sempre la stessa. Non solo: gli agguati avevano sempre avuto una dinamica identica e anche per la loro fuga gli assassini utilizzavano sempre una bicicletta. Eppure, nonostante questi particolari, gli inquirenti hanno sospettato a lungo di amici e parenti delle vittime. Un’offesa e una figuraccia per la quale Angela Merkel in persona ha chiesto scusa ufficialmente.
Il gruppo terroristico
La matrice neonazista di questa lunga serie di omicidi venne a galla per caso, nel 2011, dopo una tentativo di rapina fallito. Quel giorno, i co-fondatori della Nsu Uwe Mundlos e Uwe Böhnhardt, si tolsero la vita e la loro compagna e complice Beate Zschaepe diede a fuoco il loro covo, un appartamento di Zwickau in Turingia. Fu proprio nei ruderi della casa che la polizia trovò i primi indizi, alcune prove dei delitti e un macabro video nel quale il terzetto, utilizzando la musica del cartone animato Pantera Rosa, rivendicava la serie di assassinii e attentati.
I misteri rimasti
Anche cinque annidi processo non sono bastati a sciogliere tutti gli interrogativi. Alla fine i condannati sono solo Beate Zschaepe e altri 4 fiancheggiatori, ritenuti colpevoli di aver fornito alla cellula terroristica l’arma e una serie di appartamenti dove nascondersi. Avvolto nel più assoluto mistero il ruolo dei servizi segreti della Turingia, Sassonia e della Baviera che per lungo tempo erano riusciti a infiltrare alcune talpe negli ambienti eversivi di estrema destra e che, secondo varie testimonianze, sarebbero venute al corrente dei piani criminali del terzetto senza informare i vertici dell’intelligence, oppure – cosa ancora più grave – senza che i servizi segreti avessero informato la polizia.