21 Luglio 2016

Commento sul progetto per l’esposizione permanente sul fascismo nell’ex Casa del Fascio, nel paese natale di Benito Mussolini

Fonte:

Corriere di Bologna

Autore:

Fulvio Cammarano

I souvenir di Predappio

Il progetto del Comune di Predappio di dar vita ad un’esposizione permanente sul fascismo è da mesi al centro di un dibattito tra storici e politici. In discussione non è l’importanza del tema e la necessità che anche l’Italia si doti di un percorso espositivo/narrativo in grado di presentare criticamente cosa fu la tragica esperienza della dittatura fascista. Quello che divide gli studiosi e la parte dell’opinione pubblica sensibile al tema della memoria storica è il luogo. Perché Predappio — dove è nato ed è sepolto il duce — e non, ad esempio, Milano o Roma, città centrali del regime fascista? Non si tratta di questione di campanile. Attraverso la scelta del luogo si affronta indirettamente un aspetto chiave del problema, cioè la necessità di distinguere tra fascismo e mussolinismo. Per i critici del progetto, scegliere Predappio potrebbe significare dare risalto alla figura del duce, magari indulgere nell’identificazione tra il regime e il suo fondatore che finisce per trasformare la narrazione del ventennio in agiografia (o condanna radicale) del capo del fascismo. La cittadina romagnola, in altre parole, potrebbe voler dire mettere in secondo piano la tragica vastità di un fenomeno che ancora oggi innerva il linguaggio e i simboli politici di tutto il mondo. Perché, dunque, andare a Predappio, capitale del reducismo più becero, per riflettere sul fascismo? Inutile negare che l’esposizione di Predappio costringerà tutti a vivere l’esperienza straniante di un percorso critico museale, ricostruito grazie alla sapiente regia di un comitato scientifico internazionale guidato dall’Istituto Parri, destinato a incrociarsi con i nostalgici con la felpa degli arditi, il portachiavi con il fascio o i sempre più abbondanti souvenir di Adolf Hitler il quale, privato di ogni riferimento geografico (a Braunau, in Austria, il governo vuole persino demolire la casa in cui è nato), condivide insieme al suo fedele alleato la discutibile «bolla memorialistica» che avvolge il piccolo comune forlivese. La risposta a queste giuste perplessità è, da una parte, banalmente politica: il Comune di Predappio e la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì hanno creduto e investito nel progetto. Ci voleva la spinta dell’interesse locale per condurre in porto un’esposizione di questo livello che in Italia manca e la cui qualità dipenderà dalla capacità dei responsabili della progettazione scientifica di trattare il passato più scabroso del nostro Paese con la consapevolezza che si tratta di un’epoca la quale, mentre si avvia a perdere tutti i suoi testimoni diretti, non si rassegna a diventare una normale pagina di storia.