Fonte:
Moked.it
Autore:
Daniel Reichel
Israele – Il caso Orange – La Francia contro il boicottaggio
“Sta al presidente del gruppo Orange definire le strategie commerciali della sua azienda ma la Francia si oppone fermamente a qualsiasi boicottaggio di Israele”. Dopo 24 ore di silenzio arriva la dichiarazione ufficiale del governo francese, per bocca del ministro degli Esteri Laurent Fabius, sul caso Orange: la compagnia telefonica francese a partecipazione statale che ha deciso di rescindere il contratto con l’israeliana Partner Communications, nonostante un recente rinnovo dell’accordo fino al 2025.
Il caso è esploso dopo le dichiarazioni rilasciate dal numero uno di Orange, Stephane Richard, che dal Cairo aveva fatto sapere di essere pronto a ritirarsi immediatamente dal mercato israeliano. Parlando con la stampa egiziana lo scorso 3 giugno, Richard ha dichiarato di sapere “che questa è una questione sensibile qui in Egitto, ma non solo in Egitto… Vogliamo essere uno dei partner di fiducia di tutti i Paesi arabi”. Affermazioni che lasciano intendere, come scrive il Times of Israel, la volontà di Orange di abbandonare Israele per favorire i rapporti commerciali con il mondo arabo mentre la questione delicata a cui fa riferimento Richard, nella ricostruzione dei media, sarebbe l’accusa mossa da alcune ong all’israeliana Partner Communications di “costruire infrastrutture su terre palestinesi confiscate offrendo servizi agli insediamenti”. Più volte il movimento Bds, che propugna il boicottaggio contro Israele, aveva chiesto a Orange di strappare il contratto con il partner israeliano. L’annuncio del Cairo è stato accolto dai Bds come una vittoria, facendo infuriare Gerusalemme: il Premier israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto appello “al governo francese perché pubblicamente prenda le distanze dall’azione infelice di una società che si trova sotto parziale proprietà dello stesso governo”, definendo il provvedimento di Orange “uno spettacolo miserabile che non verrà dimenticato”. Le parole di Fabius sono il tentativo di riportare la calma in una situazione diplomaticamente difficile tra i due Paesi, con Parigi impegnata a proporre un piano di pace per i negoziati tra palestinesi e israeliani, concordata con i primi e non con i secondi. Almeno per il momento. Prova a gettare acqua sul fuoco anche il presidente di Orange, Richard che dichiara l’amore della sua azienda “per Israele”, Paese in cui ha investito, e che la rescissione non ha nulla a che fare con il boicottaggio. “Non sapevo ci fosse una campagna internazionale riguardo a questo (il boicottaggio, ndr) – ha dichiarato Richard a Yedioth Ahrnoth, spiegando che le sue affermazioni al Cairo erano stato poste fuori dal contesto – Ne sono molto dispiaciuto”.
Orange in Israele ha firmato un accordo con la Partner Communications, che può utilizzarne il marchio. L’azienda francese non opera quindi direttamente nel mercato israeliano e per questo, spiegava nel comunicato diffuso il 4 giugno, il gruppo ha deciso “di porre fine alla licenza” seppur “nel rigoroso rispetto accordi esistenti”.