15 Marzo 2018

Casi di banalizzazione del nazismo e della Shoah ad Udine e Lecco

Fonte:

Avvenire

Autore:

Giulio Isola

Adesivi e battute, nuovi segnali di antisemitismo 

Nuovi segnali di antisemitismo in Italia. Due episodi in ventiquattr’ore, dal Friuli alla Lombardia, dimostrano che la guardia contro le intimidazioni va tenuta alta. Sconcerto a Udine, città Medaglia d’oro al Valor militare per la Lotta di Liberazione dal nazifascismo, per l’affissione di adesivi antisemiti, nel centro storico, raffiguranti l’ex sindaco Furio Honsell, matematico e già rettore dell’Università, con la “divisa” a righe verticali dei deportati nei campi nazisti. Negli adesivi appaiono anche il logo dell’Anpi, l’Associazione partigiani, apposto sulla casacca di Honsell, e la scritta «Furto Honsell, sindaco di Auschwitz». Per l’ex primo cittadino, alla guida di una coalizione di centrosinistra per due mandati consecutivi, dimessosi il 29 dicembre per candidarsi alle elezioni regionali del Friuli Venezia Giulia, il gesto «non merita alcuna analisi, ma solo condanna, perché viene meno ai valori più profondi dell’umanità». Ed ha invocato «il massimo rispetto per i tantissimi morti, per le innumerevoli sofferenze inflitte a milioni di esseri umani nei campi di sterminio nazisti» durante la Shoah che «non può e non deve essere strumentalizzata in alcun modo». L’ipotesi su cui indaga la Questura di Udine è di violazione delle norme della legge Mancino del 25 giugno 1993, una norma che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati a ideologia nazifascista o aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. Ferma e bipartisan la condanna politica. Nel Lecchese, la protesta di un cittadino rimasto bloccato in casa per ore a causa delle limitazioni al traffico si è sfogata con un post su Facebook. Le parole usate? Tanto insensate quanto agghiaccianti: «Fateli correre in direzione di Auschwitz, per non dare fastidio ai cittadini…»