Fonte:
Moked.it
“Lotta all’antisemitismo, una rete europea”
Sin dai primi giorni dell’aggressione militare all’Ucraina la propaganda del Cremlino ha fatto leva su una costante disinformazione alimentata anche dal più bieco antisemitismo, ad esempio attraverso il veleno distillato dai “Protocolli dei savi di Sion” cari tra gli altri al ministro degli Esteri russo Lavrov. Su frequenze simili la retorica mistificatrice di quella “denazificazione” costantemente evocata da Putin e dai suoi sodali per giustificare l’ingiustificabile. Abusi anche verbali che hanno suscitato allarme ai più alti livelli e cui è dedicata l’apertura della quinta riunione del gruppo di lavoro contro l’antisemitismo istituito dalla Commissione europea e tornato oggi a ritrovarsi in presenza, a Bruxelles, dopo una serie di incontri soltanto online. A rappresentare l’Italia in questa nuova occasione di confronto la coordinatrice nazionale contro l’antisemitismo Milena Santerini, il direttore della Fondazione Cdec Gadi Luzzatto Voghera e il segretario generale UCEI Uriel Perugia. Molti i temi sul tavolo della due giorni, in un’ottica anche di crescente trasversalità e cooperazione. Tra gli obiettivi primari annunciati “lo sviluppo di metodologie comuni nel tracciamento di episodi di antisemitismo, il rafforzamento degli impegni per favorire la sicurezza delle comunità ebraiche, delle istituzioni religiose, dei luoghi di preghiera, delle scuole confessionali”. Specifiche sessioni saranno dedicate a ciascuno di questi argomenti. A ciascuna realtà nazionale sarà poi data l’opportunità di rappresentare la situazione nel proprio Paese, soffermandosi sulle iniziative messe in campo e sugli obiettivi che si intendono raggiungere.
Per l’UCEI sarà l’occasione di parlare di una rete di cui è il vertice focalizzata in particolare su cinque filoni: quello dell’under-reporting, innanzitutto; e poi la sfida di procedere per uniformare e facilitare lo scambio di dati tra chi raccoglie le segnalazioni; l’identificazione di un modello di risposta il più possibile uniforme; l’impegno in ambito giuridico per evidenziare carenze e criticità del nostro ordinamento; la formazione delle forze di polizia con il fine di una più immediata identificazione di fenomeni di ostilità antiebraica affinché non siano equivocati. Molti i risultati raggiunti nel corso di questi anni, verrà spiegato. Ciò nonostante, si evidenzierà ancora, l’esigenza è quella di “fare ancora di più, perché l’antisemitismo è un problema che va veloce”. Agire quindi con determinazione “senza però tralasciare la missione primaria di ogni istituzione ebraica: valorizzare e rafforzare la vita ebraica”.