Fonte:
La Repubblica edizione di Bologna
Autore:
Silvia Bignami, Giorgio Contini, Luca Sancini
II sindaco ricuce il 25 aprile
“Rabbino rispettato da tutti”
Merola dopo le polemiche: “Anpi, nulla con Israele. E Bignami lascia il seggio in Regione
«La buona fede dell’Anpi c’è tutta. Non c’è stata ostilità, né una polemica collettiva. Capisco lo stato d’animo del rabbino, ma la comunità ebraica può contare sui bolognesi». Il sindaco Virginio Merola prova a ridimensionare lo strappo avvenuto nella piazza della Liberazione, il 25 aprile, col rabbino capo di Bologna, Ray Alberto Sermoneta, che s’è allontanato dalle celebrazioni in polemica con l’Anpi. Due gli episodi che hanno irritato il rabbino capo. Da una parte alcuni passaggi del discorso della presidente Anpi Anna Cocchi, che dal palco non avrebbe citato la Brigata ebraica e che ha invece condannato molti conflitti internazionali, in particolare quelli che stanno creando «vittime» in Palestina. Dall’altra il silenzio dei rappresentanti dell’Anpi davanti alla protesta di un uomo che indossava la kefiah, simbolo della lotta palestinese, e che in piazza Nettuno inveiva sugli «ebrei che ammazzano i bambini in Palestina». Il giorno dopo lo strappo del rabbino Merola, da sempre vicino alla comunità ebraica bolognese e non informato da Sermoneta dell’incidente avvenuto in piazza, prova a rassicurare. «Ho parlato anche con la presidente dell’Anpi, che mi ha spiegato che, per quel che riguarda il cittadino con la kefiah, lei è intervenuta, spiegandogli che siccome indossava anche il simbolo dell’Anpi, doveva portare rispetto e smettere di polemizzare. Oppure togliersi lo stemma dell’Anpi». Quanto poi al passaggio sulla Palestina nel discorso di Cocchi, «purtroppo è il consueto passaggio che si fa da quando esiste il problema, ma non c’è stata nessuna presa di posizione pro o contro Israele». Detto questo, prosegue il sindaco, «capisco che Sermoneta se la sia giustamente presa, ma allo stesso modo penso anche che non c’entri nulla con la manifestazione. Sarei per ridimensionare. La presidente Anpi dal palco ha ringraziato la comunità ebraica ed è tradizione di Bologna su questo essere molto fermi. Non c’è stata nessuna presa di posizione collettiva. Poi è chiaro che ognuno ha le sue opinioni personali e le vive anche con una certa apprensione, ma in piazza non c’era nessuna ostilità. Chiaro che c’è una situazione di tensione molto visibile in altre città, ma il rabbino può contare sui bolognesi, stia tranquillo». Per provare a smussare lo scontro tra Anpi e comunità ebraica Merola sceglie la consegna dei premi civici intitolati alla memoria dell’ex sindaco Giorgio Guazzaloca, scomparso un anno fa. A ricevere la medaglia Marco Cifelli e Pasquale Bianchi, i due artigiani che a gennaio salvarono una donna da un tentativo di stupro, e Paolo Galiani, coordinatore del gruppo NoTag Saragozza nato per contrastare i graffiti. Una «giornata di riconciliazione», l’ha definita Pier Ferdinando Casini, presente insieme a tanti ex assessori di Guazzaloca, da Enzo Raisi a Paolo Foschini, oltre a rappresentanti di destra e di sinistra. Fra questi, anche Galeazo Bignami, che proprio ieri ha posto termine alla lunga polemica sul suo doppio incarico, dimettendosi da consigliere regionale. Ora è solo parlamentare. Infine, alla messa per Guazzaloca in San Pietro, il vescovo Matteo Zuppi ha ammonito: «Non facciamone un santino. Tutto occorrerebbe tranne questo».