Fonte:
www.repubblica.it
Decreto lavoro, la 5S Cherchi in Aula cita Auschwitz. Imbarazzo e polemiche, poi le scuse
La deputata del M5S durante la discussione alla Camera sul decreto lavoro: “Mi fa pensare alla farse ‘Il lavoro rende liberi’”. Rizzetto: “Gravissimo, la presidenza prenda provvedimenti”.
“Quando leggo ‘decreto-lavoro’ mi viene da pensare alla frase sul portone di Auschwitz, ‘Il lavoro rende liberi’. Una crudeltà mentale…”. Alla Camera dei Deputati era in corso la discussione sul dl del primo maggio. Un provvedimento parecchio contestato dall’opposizione, tanto da spingere l’onorevole del M5S Susanna Cerchi ad accostarlo alla frase posta sopra il cancello del campo di concentramento nazista di Auschwitz.
Un paragone che ha scatenato le polemiche della maggioranza. Il deputato di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto si è subito scagliato contro la pentastellata: “È inaccettabile!”, ha urlato. Il vicepresidente della Camera Sergio Costa, che dirigeva i lavori dell’Aula, è stato costretto ad intervenire richiamando la collega: “Non nominiamo Auschwitz così, la prego, sennò urtiamo suscettibilità che non è il caso di toccare minimamente”. Parole che non sono servite a spegnere la polemica. “Ho detto che mi scuso, non basta?”, ha chiesto la deputata rivolgendosi a chi la contestava. La risposta di Rizzetto: “Assolutamente no”.
“Quando leggo ‘decreto-lavoro’ mi viene da pensare alla frase sul portone di Auschwitz, ‘Il lavoro rende liberi’. Una crudeltà mentale…”. Alla Camera dei Deputati era in corso la discussione sul dl del primo maggio. Un provvedimento parecchio contestato dall’opposizione, tanto da spingere l’onorevole del M5S Susanna Cerchi ad accostarlo alla frase posta sopra il cancello del campo di concentramento nazista di Auschwitz.
Un paragone che ha scatenato le polemiche della maggioranza. Il deputato di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto si è subito scagliato contro la pentastellata: “È inaccettabile!”, ha urlato. Il vicepresidente della Camera Sergio Costa, che dirigeva i lavori dell’Aula, è stato costretto ad intervenire richiamando la collega: “Non nominiamo Auschwitz così, la prego, sennò urtiamo suscettibilità che non è il caso di toccare minimamente”. Parole che non sono servite a spegnere la polemica. “Ho detto che mi scuso, non basta?”, ha chiesto la deputata rivolgendosi a chi la contestava. La risposta di Rizzetto: “Assolutamente no”.
Intervenendo poco dopo, l’esponente di FdI ha detto: “Susanna Cherchi del M5S scivola in un grottesco, drammatico ed insostenibile paragone del dl con la frase che i deportati leggevano quando entravano ad Auschwitz. Qui vige chiaramente una libertà di poter dire e assumersi le responsabilità di quello che si dice. Quanto affermato, in modo gravissimo, dovrà essere sanzionato dalla presidenza in modo molto più pesante delle occupazioni di aule. E conclude amareggiato: “È la cosa più grave che in undici anni passati qui io ho ascoltato”. Gli fanno eco altri compagni di partito. Sara Kelany parla di “sfregio senza precedenti”, mentre secondo Gimmi Cangiano le parole di Cherchi “sono vergognose, irrispettose, scandalose e pericolose”.
A stretto giro arrivano le scuse della diretta interessata “per il paragone improprio fatto durante il mio intervento in discussione generale del decreto Lavoro”, ha detto l’esponente 5S. “Scuse – ha continuato – che intendo rivolgere anche ai colleghi del mio gruppo parlamentare. Chi conosce me e la mia storia sa che non era mia intenzione offendere la sensibilità di alcuno”.
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