9 Febbraio 2016

Aumentano le adesioni all’appello per boicottare il Technion di Haifa

Fonte:

Il Foglio

Autore:

Giulio Meotti

Salgono a 300 i prof. anti Israele. “Firmano per opportunismo o ignoranza”

Roma. Aumentano le adesioni in tutte le università italiane all’appello lanciato da 168 accademici per boicottare le istituzioni israeliane, in particolare il Technion di Haifa, per via del ruolo che, spiegano i firmatari, questo istituto “riveste nel supportare e riprodurre le politiche israeliane di espropriazione e di violenza militare ai danni della popolazione palestinese”. I professori e i ricercatori dichiarano che “non accetteremo inviti a visitare istituzioni accademiche israeliane; non parteciperemo a conferenze finanziate, organizzate o sponsorizzate da loro, o comunque non collaboreremo con loro”. In una settimana il numero di adesioni è salito a trecento. Si sono aggiunti anche molti nomi del Cnr: Manlio Bacco, Emanuela Grifoni, Giovanni Lombardi, Gian Paolo Pazzi, Ornella Terracini e Monica Zoppé. Molti boicottatori di Israele provengono dall’Università Orientale di Napoli. Dove il Centro di studi postcoloniali e di genere ha persino ufficialmente adottato il Bds, il boicottaggio di Israele. “Non mi stupisco che tanti vengano dall’Orientale”, dice al Foglio la studiosa Gabriella Steindler, già Fulbright Scholar a Berkeley e che all’Orientale ha insegnato per tanti anni. Steindler è stata protagonista di un precedente, terribile caso di propaganda antisraeliana proprio nel cortile della sua facoltà. “Ero all’Orientale, nella sede dove ho l’ufficio a Palazzo Corigliano, sono scesa giù nel cortile ed ho visto ‘ricostruito’ un check point israeliano con un pupazzo che doveva simboleggiare un soldato israeliano naturalmente, del filo spinato e la bandiera israeliana imbrattata di sangue. Ho telefonato immediatamente al rettore, Pasquale Ciriello, che ha tergiversato. La Comunità ebraica di Roma telefonò alla Digos, che è venuta, ma il rettore non ha autorizzato che procedesse. In breve, la bandiera è rimasta al suo posto”. Steindler trova allucinante che così tanti accademici abbiano firmato l’ostracismo accademico di Israele. “I miei ex colleghi, prima di votare ciecamente contro Israele, avrebbero dovuto studiare più la storia, le guerre subite e vinte da Israele e come vivono lì gli arabi rispetto al medio oriente”, dice Steindler al Foglio. “In Israele ci sono parlamentari arabi e scrittori arabi che scrivono in ebraico. Penso che queste iniziative di boicottaggio siano un misto di opportunismo e ignoranza. Noi italiani, dopo la Prima guerra mondiale, ci prendemmo il Sud Tirolo, dove si parla tedesco. Non lo abbiamo mai dato indietro. A Israele, che non ha mai perso una guerra, chiediamo di fare diversamente. I miei ex colleghi dovrebbero vedere i traguardi che Israele ha raggiunto, compresi i premi Nobel. Non dovrebbero far finta di ignorare che gli ebrei hanno sempre vissuto in quella terra, da Gerusalemme a Safed. Non è vero, come dice Dario Fo, che ‘sono arrivati’ dalla Luna. E’ una terra più piccola della Lombardia, non abbiamo tolto niente a nessuno. Ma forse conviene stare contro Israele? Possibile che ignorino tutto? Non li leggono i giornali? I cristiani vengono massacrati in Siria e Iraq, le loro chiese distrutte, eppure non dicono nulla su questo. Forse cercano visibilità questi professori antisraeliani?”. La rettrice dell’Orientale, Elda Morlicchio, contattata dal Foglio per avere un commento sui suoi colleghi schierati contro i professori israeliani, ha fatto sapere di “essere all’estero”. Speriamo che, ovunque la rettrice si trovi, lì nessun accademico boicotti lo stato degli ebrei.