Fonte:
Corriere della Sera
Autore:
Luigi Ippolito
Le Carré attacca Corbyn: «È anti ebrei»
Lo scrittore guida l’appello degli intellettuali a non votare Labour. Intanto precipita il gradimento del leader
Londra. Forse è più abituato a districarsi nel mondo delle spie, dei tradimenti e delle ombre: ma quando sente odore di antisemitismo, John le Carré è in grado di riconoscerlo a prima vista. Ed è per questo che il più celebre autore contemporaneo di spy story si è messo alla testa di un gruppo di intellettuali e personaggi pubblici britannici per scrivere una lettera aperta in cui denuncia l’ostilità antiebraica che alligna nel partito laburista: e per chiedere quindi di non appoggiare Jeremy Corbyn alle prossime elezioni. – Il voto di dicembre, si legge nell’appello, «contiene per ogni ebreo britannico una particolare angoscia: la prospettiva di un primo ministro radicato nell’associazione con l’antisemitismo». Infatti, ricorda la lettera, con Corbyn il partito laburista è finito sotto inchiesta, da parte della Commissione per i diritti umani, per «razzismo istituzionalizzato» contro gli ebrei e diversi deputati del partito di origine ebraica si sono visti costretti a stracciare la tessera perché si sentivano ostracizzati. Le Carré e i suoi compagni insistono che «il pregiudizio antiebraico non può essere il prezzo da pagare per un governo laburista» e che queste considerazioni non debbono passare in secondo piano rispetto alla Brexit. «Noi ci rifiutiamo di votare per il Labour il 12 dicembre», concludono gli autori, fra i quali si contano diversi storici, l’attrice Joanna Lumley, il fondatore di Wikipedia Jimmy Wales, ma anche vari esponenti musulmani, come il fondatore di «Tell Mama», il gruppo che si batte contro l’islamofobia, e il presidente di «Musulmani contro l’antisemitismo». La risposta dei laburisti è stata particolarmente stizzita: «E’ straordinario — ha detto un portavoce — che molti di quei firmatari siano stati a loro volta accusati di antisemitismo, islamofobia e misoginia. Noi prendiamo le accuse di antisemitismo molto seriamente e siamo impegnati a sradicarlo dal partito e dalla società». Ma la polemica sull’atteggiamento antiebraico del Labour, che va avanti da oltre un anno, non è destinata a sgonfiarsi: e va a sommarsi a una serie di altre difficoltà per il partito di Corbyn, la cui popolarità personale è scesa sottoterra, a livelli senza precedenti per un leader dell’opposizione. Per di più il giorno stesso del lancio della campagna elettorale il vice leader Tom Watson — un moderato — si è dimesso clamorosamente, mentre nei giorni successivi una serie di figure di spicco vicine al partito hanno esortato a non votare più per i laburisti, ormai in mano ai marxisti radicali corbyniani.