Fonte:
Moked.it, Corriere della Sera, Foglio, Giornale, Fatto, Verità, Libero, Manifesto, Repubblica, Sole24Ore, Stampa
“Razzismo e veleno dell’odio dietro la strage di Hanau”
L’attentatore di Hanau, l’uomo che ha ucciso dieci persone nella notte e dopo si è tolto la vita, aveva dichiarato in un video di voler sterminare alcuni popoli che non si possono più espellere dalla Germania. Nel video, riporta l’agenzia Deutsche Presse-Agentur, l’uomo affermava anche che la Germania sarebbe controllata da una società segreta, lamentandosi delle persone di origine araba e turca. Per questo il suo attacco a due locali della Comunità turca è stato classificato dalle autorità tedesche come di matrice xenofoba e definito un “atto di terrorismo”. “Il razzismo è un veleno, l’odio è un veleno, che esiste nella nostra società, e che è già colpevole di troppi crimini qui: dai reati della cellula terroristica dell’NSU, al delitto di Walter Lubcke, fino agli omicidi di Halle”, ha denunciato la cancelliera Angela Merkel, inviando le sue condoglianze ai famigliari delle vittime (cinque di origine turca, raccontano i quotidiani) e l’augurio di pronta guarigione ai quattro feriti.
In merito alla strage, una dura critica alla politica e alla società tedesche è arrivata dal presidente del Consiglio centrale degli ebrei di Germania, Josef Schuster. “Per troppo tempo il pericolo del crescente estremismo di destra è stato banalizzato e sottovalutato”, la denuncia di Schuster. “La polizia e la giustizia sembrano avere problemi di vista all’occhio destro. Ora ne paghiamo il conto”. Secondo il presidente delle Comunità ebraiche tedesche “si pone adesso la preoccupante domanda di quanto si possano sentire sicure le minoranze e le persone che si impegnano per esse, e se queste possono ancora vivere in Germania”. Da qui l’appello a “tutte le forze democratiche” di stare unite “per ridurre le minacce estremiste. Di questo la responsabilità è della politica, delle autorità della giustizia e della società civile”. Un auspicio condiviso in Italia dalla presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, alla luce della strage di Hanau, ha ricordato come sia necessario “aprire una riflessione profonda sull’effetto che la retorica dell’odio sta avendo nella nostra Europa democratica. Le teorie cospirativiste, razziste e antisemite stanno trovando terreno fertile nelle nostre società, minandole dall’interno. Le parole dell’intolleranza si stanno trasformando sempre più in episodi concreti di violenza efferata, come accaduto ad Hanau ma anche ad Halle il giorno di Kippur. Serve un’azione di contrasto chiara contro questi estremismi e contro chi soffia sul fuoco della rabbia. – afferma Di Segni – Bisogna affermare e capire una volta per tutte che le parole di odio non sono libertà di espressione del pensiero ma violenza annunciata; che questi movimenti, fatti di gruppi o singoli, vanno definiti come terroristi e non sono libere associazioni”. Poi il messaggio alle forze politiche: “Auspichiamo – afferma la presidente UCEI – che i politici, di ogni schieramento, e le istituzioni diano segnali chiari contro l’odio e non cavalchino, per ottenere consenso, la retorica dell’emarginazione dell’altro, del diverso”. (Moked.it, 20 febbraio 2020)
La presidente UCEI e i fatti di Hanau “Parole d’odio sono violenza annunciata, non si tratta di libertà d’espressione”
Dopo i fatti tragici di Hanau in Germania, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni afferma:
«Annientare alcuni popoli che non si possono più espellere dalla Germania. Questo sarebbe il movente dell’attentatore responsabile della strage di Hanau. Il nostro primo pensiero va alle vittime e alle loro famiglie ma servirà aprire una riflessione profonda sull’effetto che la retorica dell’odio sta avendo nella nostra Europa democratica. Le teorie cospirativiste, razziste e antisemite stanno trovando terreno fertile nelle nostre società, minandole dall’interno. Le parole dell’intolleranza si stanno trasformando sempre più in episodi concreti di violenza efferata, come accaduto ad Hanau ma anche ad Halle il giorno di Kippur. Serve un’azione di contrasto chiara contro questi estremismi e contro chi soffia sul fuoco della rabbia. Bisogna affermare e capire una volta per tutte che le parole di odio non sono libertà di espressione del pensiero ma violenza annunciata; che questi movimenti, fatti di gruppi o singoli, vanno definiti come terroristi e non sono libere associazioni.
Auspichiamo che i politici, di ogni schieramento, e le istituzioni diano segnali chiari contro l’odio e non cavalchino, per ottenere consenso, la retorica dell’emarginazione dell’altro, del diverso». (Moked.it, 20 febbraio 2020)
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