Fonte:
la Repubblica
Autore:
Salvo Palazzolo
Il boss delle ‘ndrine che reclutava i nazisti “Passiamo all’azione”
Arrestato l’ex pentito Nucera, l’uomo che pianificava l’attentato all’Anpi “Odio islamici ed ebrei, dei rivoluzionari da tastiera non so che farmene”
PALERMO — Quando venne contattato da un esponente dall’ultimo partito neonazista scoperto dalla polizia, precisò subito: «Io ho intenzioni serie, dei rivoluzionari da tastiera non me ne faccio nulla. E non mi interessa andare in giro a mettere striscioni o fare manifestazioni». Per Pasquale Nucera — un passato da boss della `ndrangheta, poi componente della Legione straniera e dall’inizio degli anni Novanta collaboratore di giustizia — le “intenzioni serie” erano queste: «Quattro coppie di due persone in una notte destabilizzano una città come Milano». i stato fermato ieri dalla Digos per detenzione di armi. Ufficialmente; faceva il gestore di un avviato agriturismo a Dolceacqua, provincia di Imperia, in-realtà si dava una gran da fare nella galassia dell’estrema destra: «Bisogna passare all’azione», ripeteva. E suggeriva di lanciare una molotov contro una sede dell’associazione nazionale partigiani. «Per dare una scossa ai ribelli». All’esponente del “Partito nazionalsocialista italiano dei lavoratori” che voleva la sua collaborazione, spiegava di avere già fatto dei «sopralluoghi a Savona» per altre azioni. «Utilizzando benzina». Proponeva di rivendicare con la sigla «Patrioti italiani», ma avendo cura di creare «false piste». Intanto, diceva di essere andato al funerale delle vittime del crollo di Genova: «Bisogna prendere a calci Mattarella e Martina, ma sono riuscito a prendere solo Martina, con un calcio, poi è scappa
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Le intercettazioni dell’ultima indagine condotta dalla Digos di Enna hanno svelato i piani, ma soprattutto la rete nera di Pasquale Nucera, a cui la procura di Caltanissetta ha sequestrato non solo un fucile, tre machete e 33 coltelli, ma anche il profilo Facebook “Leon Yavres”, che inneggiava al fascismo. In una foto si vede un gruppo di persone in camicia nera che si mettono in posa mentre fanno il saluto romano. Lui si faceva chiamare Leon, come il killer del famoso film francese di Luc Besson. Postava le fotografie dei giorni passati nella Legione straniera, in Africa, tuta mimetica e armi in pugno. Si vantava di aver animato Forza Nuova a Genova e di avere organizzato un viaggio in Siria del leader del movimento, Roberto Fiore, chissà se è vero o millantava: di sicuro, sul profilo Facebook sequestrato ci sono alcune foto con lui. Poi, però, Nucera aveva lasciato l’incarico di vice coordinatore del movimento ad Imperia, in segno di protesta, ritenendo che la linea del gruppo fosse troppo moderata e soprattutto affidata a giovani di poca esperienza nella galassia nera. L’ex pentito aveva aderito all’Ordine dei Templari, «ha sede a Lugano», spiegava. Nucera diceva di essere il «tutore di tutte le commende che ci sono in Italia». E diceva: «Sono anche contro gli ebrei, non solo contro l’Islam». Progettava di fare davvero tante cose insieme al partito neo nazista finito nell’inchiesta della procura siciliana.
Segreti e affari
Pasquale Nucera resta l’uomo di tanti misteri. Classe 1955, nato a Montebello Ionico, Reggio Calabria, il suo casellario giudiziale spazia dall’associazione mafiosa alla ricettazione, dalla truffa alla detenzione di materiale esplosivo, al tentato omicidio, alla rapina. Ha scalato tutti i gradini della gerarchia criminale, fino ad arrivare alla “Santa”, il livello più alto della mafia calabrese. A marzo, al processo “Ndrangheta stragista”, che si tiene a Reggio Calabria, l’ormai ex boss diventato collaboratore di giustizia (ma è ormai fuori dal programma di protezione) ha raccontato di aver visto negli anni Ottanta il maestro venerabile della P2 Licio Gelli, a Roma, in una riunione fra politici e mafiosi in cui si dovevano decidere le sorti di un appalto delle Ferrovie. «Io facevo l’accompagnatore di una persona che partecipò all’incontro». In aula, Nucera ha parlato pure dei rapporti fra massoneria, servizi deviati e criminalità organizzata per la creazione di un nuovo partito: Peri magistrati, resta ancora un collaboratore attendibile. Ma, intanto, fra una deposizione e l’altra, Leon si occupa ormai a tempo pieno dei suoi investimenti,anche nel Sud-est della Francia. E oltralpe, diceva lui, stava anche collaborando con il movimento dei gilet gialli”. Nel suo agriturismo, organizzava invece raduni, che sarebbero stati in realtà veri e propri corsi di addestramento. Con tanto di saluto fascista.
Photo Credits. La Repubblica