Fonte:
Moked.it
Autore:
Viviana Kasam
Dietro ai vaccini
In questi giorni in cui ovunque si parla del vaccino della Pfizer – che in tutto il mondo comincia a essere inoculato aprendo finalmente una speranza di vincere la guerra contro il Covid-19 – non molti sanno che Alex Bourla, Ceo del Gruppo Pfizer, è figlio di sopravvissuti alla Shoah. I suoi genitori provenivano da Salonicco, oggi Thessaloniki, dove prosperava una grande comunità ebraica, tanto che la città veniva chiamata “la piccola Gerusalemme”. Il novantotto percento dei 58mila ebrei, per la maggior parte di origine sefardita, che erano rimasti a Salonicco dopo il passaggio dalla Turchia alla Grecia e dopo il devastante incendio del 1917 che distrusse buona parte dei quartieri ebraici, morì a causa delle deprivazioni, dei lavori forzati e della deportazione nei campi di concentramento durante l’occupazione tedesca. Tra i pochi sopravvissuti, i genitori di Bourla, che dopo la guerra decisero di non lasciare la Grecia, ma di continuare a vivere a Thessaloniki. Qua nacque Alex nel 1964, si laureò, conseguì il dottorato in biotecnologie alla Facoltà di Veterinaria della locale università Aristotele e soggiornò fino a 34 anni, quando fu assunto dalla Pfizer. Da allora ha girato il mondo, fino a stabilirsi negli Stati Uniti. Per Hanukkah, Bourla è stato invitato dall’ambasciatore di Israele negli Stati Uniti, Ron Dermer, ad accendere la settima candelina, e il video può essere visto su YouTube. “Hannukkah ci insegna due lezioni – ha dichiarato Bourla -. La prima, è l’importanza della determinazione di fronte a gravi avversità. La seconda, è che l’impossibile può diventare possibile. Alla fine di questo anno difficile, celebriamo entrambe queste cose. Lo spirito e la determinazione che sono stati necessari per creare il vaccino, e l’aver reso possibile ciò che sembrava impossibile, produrre un nuovo vaccino in dieci mesi”.
La storia del vaccino Pfizer è anche la storia di una bella collaborazione multietnica. Gli scopritori sono infatti una coppia di scienziati turchi, Ugur e Ozlem Sahin, che hanno fondato a Magonza, in Germania, la BioNtech, una azienda che si occupa principalmente dello sviluppo e della produzione di immunoterapie attive per il trattamento di pazienti con malattie gravi. Sono stati loro, una volta scopertoil vaccino, a contattare Bourla, che già conoscevano, e a convincerlo ad assumersi l’onere di testarlo e produrlo. Potrebbe essere vista come una rivincita del passato della Turchia, dove per cinquecento anni gli ebrei erano vissuti benissimo, in un impero che li aveva invitati a trasferirsi dopo la cacciata dalla Spagna e ne aveva valorizzato i talenti.
Purtroppo, sia in Grecia che in Turchia, oggi, l’antisemitismo è in preoccupante crescita. In Turchia, per la politica di Erdogan, che ha sacrificato l’alleanza storica con Israele e con gli ebrei all’ambizione di essere riconosciuto come leader del mondo musulmano. E in Grecia, per il peso politico dei movimenti di estrema destra, come Alba Dorata, che non hanno perso l’occasione di scagliarsi contro Bourla e la Pfizer, mettendo insieme le teorie del complotto ebraico con quelle dei no-vax.
“Un veterinario ebreo ci infilerà l’ago, conto alla rovescia per il terrore del vaccino obbligatorio”, così titolava in prima pagina il giornale greco Makeleio, affiancando le foto di casacche a strisce dei lager nazisti e del criminale nazista Josef Mengele con quella, più grande, di Albert Bourla. Makeleio – in greco moderno “massacro” – è stato più volte criticato per i suoi contenuti razzisti, omofobi e antisemiti, il suo fondatore, Stefanos Chios, vicino ad Alba Dorata, ha subito numerose condanne penali. “L’unico foglio tabloid che circola in Grecia e va contro il marciume della piramide di leader malvagi, oligarchi locali e stranieri” – così si presenta ai lettori il quotidiano – “La storia non la scrivono più le persone di sinistra, la scrivono i veri patrioti greci e non i politici mafiosi, i bugiardi, gli arrivisti e gli ipocriti. La Grecia appartiene solo ai veri greci”. Sono parole che fanno venire i brividi, eppure vengono stampate e lette.
Non c’è che da sperare che i vaccini funzionino, perché anche il responsabile scientifico di Moderna, l’altra industria che ha prodotto un vaccino Rna messaggero che sta per approdare in Europa, è Tal Zaks, giovane scienziato israeliano, laureato alla Ben Gurion University. Se questi vaccini innovativi dovessero creare problemi, sarebbe difficile scampare all’accusa da parte degli antisemiti di un nuovo complotto giudaico per distruggere il mondo.