7 Febbraio 2017

Antisemitismo ed estremismo di destra tra i tifosi ultrà della Juventus

Fonte:

Il Fatto Quotidiano

Autore:

Andrea Giambartolomei

“Cartellino rosso ai “Viking” Juve: gli incroci pericolosi della “Scirea”

Seggiolini liberi, nessuno striscione. Un settore dello Stadium vuoto proprio al primo anello dietro la porta durante la partita più sentita, il match contro l’Inter. Un’assenza molto evidente se si pensa che oggi, in commissione parlamentare Antimafia, si parlerà di Juventus, ultras e criminalità organizzata. La ragione dietro quel vuoto è la protesta attuata domenica sera durante Juventus-Inter dai “Viking”, gruppo ultras bianconero a cui la Questura di Torino ha vietato di esporre il loro striscione. È la stessa società di casa, presieduta da Andrea Agnelli, a comunicarlo con una nota di Marco Patania, responsabile della sicurezza dello stadio: “La Questura di Torino ha revocato il nulla osta concesso per la stagione calcistica 2016/17 all’esposizione di striscioni e bandiere permanenti riproducenti il nome e la simbologia del gruppo’Viking’.

DIETRO ci sono “episodi e comportamenti tenuti dagli appartenenti e dai leader del gruppo ‘Viking’ da qualche tempo poco inclini a rispettare la normativa vigente e soprattutto il regolamento d’uso d’impianto sportivo, sia sotto l’aspetto penale che amministrativo”. Fumogeni, braccia tese e cori antisemiti, come quello rivolto contro la Fiorentina l’11 gennaio scorso, durante la partita contro il Bologna, sulle note di “Avanti ragazzi di Budapest”, brano caro alla destra radicale. “Firenze è una patria di infami / la odio da sempre perché / i viola non sono italiani /ma sono una massa di ebrei”, dice il canto in cui si parla anche di sterilizzare le donne “così non ne nascono più”. Lo stesso coro venne intonato il 9 marzo 2014 (la giustizia sportiva sanzionò la società con una multa da 25 mila euro) e ancora una volta lo scorso anno nella partita contro il Palermo. Poteva costare molto caro, ma il 18 aprile 2016 il giudice federale Giampaolo Tosel fu clemente. Dispose la chiusura della curva sud per una gara, ma la sentenza era stata sospesa con una condizione: per un anno episodi così non sarebbero dovuti accadere. E invece è successo di nuovo, anche perché i “Viking” sono in guerra con il club di Agnelli, “colpevole” di aver denunciato le “silenti pressioni” degli ultras. A guidare i “Viking” c’è Loris Grancini, tifoso bianconero di Milano (non indagato nell’inchiesta “Alto Piemonte” che ha svelato i contatti tra alcuni presunti ndranghetisti e i manager del club). Nei suoi confronti la polizia ha chiesto la sorveglianza speciale al Tribunale di Milano, che il 30gennaio ha deciso di mandare la questione a Torino. Grancini, d’altronde, sarebbe “molto vicino alla criminalità organizzata milanese”, si legge in un’informativa della Digos di Torino del 9 settembre scorso, agli atti dell’inchiesta. È un documento fondamentale per capire le dinamiche della curva Scirea, dove – si legge – negli ultimi anni sono stati attivi soprattutto cinque gruppi: “Drughi” e”Bravi Ragazzi” nel secondo anello, “Nucleo 1985”, “Tradizione bianconera” e “Viking” al primo. A dominare su tutti sono i “Drughi” guidati da Dino Mocciola che, dopo il carcere per l’omicidio di un carabiniere, negli anni Duemila è riuscito a riportare in auge il gruppo “grazie all’apporto della locale criminalità organizzata”, scrive la Digos. I suoi avversari erano i “Fighters” (ora “Tradizione”) dei fratelli Toia e i Bravi Ragazzi guidati da Andrea Puntorno, arrestato nel 2014 e condannato per traffico internazionale di droga.

MOCCIOLA, per colpirli, si sarebbe rivolto a Placido Barresi, “killer della ‘ndrangheta della famiglia Belfiore-Saffiotti” e cognato del boss Mimmo Belfiore, condannato come mandante dell’omicidio di Bruno Caccia. Barresi “propose di risolvere il problema diplomaticamente, anche in funzione delle ingenti prospettive di guadagno”. Dietro i tentativi di conciliazione seguiti ad agguati e aggressioni ci sarebbe stata anche “la ferma volontà da parti di esponenti della criminalità organizzata, in particolare la ‘ndrangheta torinese e milanese, di evitare l’insorgere di una guerra tra bande”‘, dannosa per gli affari. “Proprio nell’ambito della citata dinamica conflittuale – è scritto nell’informativa – si inserì la figura di Dominello Rocco”, il presunto esponente della cosca Pesce-Bellocco arrestato il primo luglio scorso, quello che con gli ex “Arditi” dei fratelli Lo Surdo (tra cui Giacomo, condannato per mafia) ha fondato “i Gobbi”. Tra 2011 e 2012 Dominello si fa spazio: “Appare evidente come si stesse ponendo come figura di mediazione nella delicata fase di superamento dei contrasti tra gruppi ultras”. Non solo. “Utilizzando toni equilibrati e mai evidentemente minacciosi, avrebbe cominciato ad accreditarsi come affidabile interfaccia trai gruppi ultras e la società Juventus che, constatata la sua influenza con i tifosi, avrebbe iniziato a confidare in lui per intavolare e dirimere questioni pendenti con gli ultras più minacciosi”, osserva la polizia.