Fonte:
Corriere della Sera edizione di Milano
Autore:
Sergio Harari
Quei pregiudizi tra web e salotti
«È più difficile disintegrare un pregiudizio che un atomo», scriveva Albert Einstein, anch’egli costretto all’esilio dalle leggi razziali e denigrato da altri due premi Nobel, Philipp von Lenard e Johannes Stark. Denigrato, Einstein, per i suoi lavori scientifici di cosiddetta «fisica ebraica» Il pregiudizio antiebraico è duro a morire e resta, ancor oggi, ben radicato. Affiora nella parola sfuggita di bocca, nella battuta acida, nella barzelletta razzista. L’ultimo disgustoso esempio è stato l’insulto a Emanuele Fiano, noto parlamentare pd e a lungo consigliere comunale della nostra città, il cui padre, Nedo, è uno degli ultimi sopravvissuti agli orrori di Auschwitz ancora viventi. Ma l’antisemitismo non è solo quello di Auschwitz e delle leggi razziali, è anche quello che sperimentiamo nella vita di tutti i giorni, come avvenuto al giovane Fiano, e come purtroppo prima o poi capita a tutti noi ebrei, quando qualcuno «ci ricorda» che siamo diversi, italiani, certo, ma ebrei. E dal pregiudizio alla discriminazione il passo è breve. Ce lo ricorda anche l’ultimo rapporto dell’Osservatorio antisemitismo sviluppato dal Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano che racconta come cospirativismo e postverità vadano diffondendosi dai salotti, alle conversazioni da bar e, naturalmente, al web, con il cosiddetto antisemitismo 2.0. L’oscuro potere della lobby ebraica viene sempre evocato attorno al successo di un ebreo, magari sottovoce per non essere tacciati di essere poco politically correct, retropensiero sottinteso nelle frasi ammiccanti sottovoce. Il complotto pluto-giudaico-massonico, insomma, è ancora dietro l’angolo. La colta e moderna Milano non fa eccezione. Qui si sono anche recentemente registrati alcuni atti vandalici particolarmente odiosi come lo sfregio, solo poche ore dopo la sua posa, della pietra d’inciampo dedicata alla memoria di Dante Coen. Il pregiudizio ideologico è trasversale: interessa l’estrema destra come le frange oltranziste della sinistra, i meno colti ma anche intellettuali, professori universitari, giornalisti, politici. La cultura, la ragione, purtroppo, non proteggono dal razzismo, l’antisemitismo si insinua subdolamente nelle nostre vite, anche nella nostra città.