Fonte:
Il Foglio
Autore:
David Allegranti
Ospiti antisemiti al festival di Prato (con l’ok di comune, regione e Rai)
Roma. Ma che ci fanno gli antisemiti al “Mediterraneo downtown” di Prato, il “primo festival italiano sul Mediterraneo contemporaneo”? Se lo è chiesto (e lo ha chiesto, senza ricevere risposta, agli organizzatori) Fabio Panerai, autore pratese, invitato a parlare dei suoi lavori al festival che si terrà nella città toscana ai primi di aprile, promosso da Cospe, Comune di Prato e Regione Toscana (insieme a Amnesty, Libera e Legambiente; i media partner invece sono RaiNews24, Rai Radio 3, Tv2000 e Articolo21). Appena ha visto il parterre degli ospiti, Panerai si è lamentato del “taglio estremo di questo Mediterraneo arabo e islamico. E se il Mediterraneo fosse stato solo la costa meridionale perché Israele non era rappresentato? Nessuno mi ha risposto e mi sono tolto dal programma”. A scorrere l’elenco dei partecipanti, salta agli occhi il nome di Manal Tamimi in un panel dal titolo “Per giustizia e per amore. La lotta delle donne per i diritti”, al quale parteciperà insieme con Ilaria Cucchi. I Tamimi sono una famiglia nota perla loro propaganda antisemita e antisionista (il personaggio pop del gruppo è Ahed, diciassettenne famosa per aver schiaffeggiato due soldati israeliani). “Manal ha spesso parlato del ruolo centrale delle donne nel processo decisionale e organizzativo delle proteste. Testimonianze che vogliono scardinare l’idea occidentale della donna musulmana, dipinta come debole e sottomessa”, si legge sul sito del “Mediterraneo downtown”. Nessuno però ricorda le sue posizioni antisemite. Nel 2015 Manal ha twittato una vignetta-poi cancellata-in cui si vede un ebreo dalle sembianze di un caprone, con tanto di stella di David sul deretano, che viene frustato da un nazista. Per Manal Tamimi lo Yom Kippur, il giorno dell’Espiazione, è il giorno in cui “il vampiro sionista” festeggia “bevendo sangue palestinese”. “Si, il nostro sangue è puro e delizioso, ma alla fine vi ucciderà”. Nel 2016, quando un arabo-israeliano ha ucciso due persone e ferite altre sette in un pub a Tel Aviv, Manal era molto felice: “Tel Aviv sotto attacco – Non c’è posto sicuro nel quale i sionisti possano nascondersi”, scrisse in un tweet pieno di emoji in segno di vittoria. “Io sono di sinistra, voto Pd – dice al Foglio Panerai – ma questo più che il festival del mediterraneo mi pare il festival dell’islam. Non va bene. Sabato scorso c’erano i fascisti a Prato, erano 150 grullini. Io ero alla contromanifestazione, eravamo 5 mila. Ecco, fra dieci giorni ci sono di nuovo i grulli a Prato, pub di sinistra. L’ho detto a tutti, in Comune, ai miei amici del Pd, ma non ho ricevuto risposta: perché tutta la merda arriva a Prato?”. Insomma, dice Panerai, “io vengo dal Sessantotto, `Palestina libera, Palestina rossa’ è un’eredità degli anni Sessanta. A sinistra non riusciamo a liberarcene. In psicologia si chiama rimosso: sta lì, non sappiamo se mandarlo giù”. “Prato non è una città antisemita, è inquietante che diversi ospiti del festivi lo siano”, dicono i deputati di Forza Italia Stefano Mugnai e Erica Mazzetti. “E’ intollerabile che si possa dare voce a chi si è sempre schierato contro la legittima esistenza dello Stato di Israele”.