Fonte:
La Gazzetta dello Sport
Autore:
Alessandro Catapano
Respinto il ricorso
il caso Anna Frank
vale 50 mila euro
ROMA Respinto. E bastato un quarto d’ora ai giudici della Corte federale d’appello per respingere, appunto, il ricorso del procuratore Giuseppe Pecoraro contro la sentenza del Tribunale federale che in primo grado aveva liquidato la vergognosa vicenda Anna Frank con un’ammenda di 50mila euro. Nel tempo esiguo che gli è stato concesso, Pecoraro ha ribadito, invano, la richiesta avanzata in primo grado: due turni di chiusura dello stadio Olimpico. Evidentemente troppi, secondo i giudici d’appello, per un comportamento dichiaratamente razzista e antisemita. L’affissione degli adesivi con un’Anna Frank vestita di giallorosso, venuta alla luce il 22 ottobre durante Lazio Cagliari e opera di un gruppo di ultrà biancocelesti, fece il giro del mondo, facendoci vergognare.
POCO RESPONSABILE Ieri, la Corte ha confermato la sentenza del Tribunale, che aveva optato solo per l’ammenda, minimizzando la responsabilità della Lazio, in virtù del numero limitato di autori materiali del gesto (una ventina, poi sottoposti a inchiesta penale), e del fatto che il club non potesse impedirlo, avendo regolarmente assolto a tutti gli adempimenti in materia di vigilanza e controllo preventivo. In sostanza, l’affissione di scritte antisemite è stata trattata come un «più banale» coro discriminatorio, sanzionabile solo se intonato da tanti e, dunque, largamente percepito: una sentenza che rischia di creare un precedente pericoloso. Non ha influito, invece, né in primo grado né in appello, la circostanza che tutta la vicenda sia stata di fatto generata dall’«escamotage» (Malagb dixit) che Lotito applicò per consentire agli abbonati della curva Nord, già chiusa per razzismo, di traslocare in Sud alla cifra risibile di un euro. Operazione inedita, finita sotto la lente della Procura federale che ravvisava nel comportamento di Lotito gli estremi della slealtà sportiva, ma poi ha dovuto archiviare la sua posizione proprio perché non c’erano precedenti.
STOP La storia di Anna Frank in curva Sud finisce qui. Poiché una sanzione è stata comunque comminata, il procuratore non può ricorrere al Collegio di garanzia del Coni (come ha fatto, con successo, contro il non luogo a procedere per i dirigenti juventini Merulla e D’Angelo). L’amarezza di Pecoraro, dicono, è ormai sopra il livello di guardia.