8 Gennaio 2025

Acca Larentia, manifestazione neofascista

Acca Larentia, il rito e i saluti romani per ricordare la strage. Indaga la Digos
Scoppia la polemica politica. Circa 1.300 persone alla manifestazione. Le indagini per identificare chi si è reso responsabile di “condotte apologetiche del fascismo”

Il grido con i nomi delle vittime. E il “presente” ripetuto tre volte, con il saluto romano. Quarantasette anni dopo la strage di via Acca Larentia, la strada del quartiere Tuscolano a Roma torna teatro della manifestazione di destra in ricordo dei tre militanti del Fronte della gioventù Franco Bigonzetti, Francesco Ciavatta e Stefano Recchioni. Circa 1.300 tra aderenti a CasaPound e altri militanti di estrema destra, si sono ritrovate per commemorare quanto accaduto la sera del 7 gennaio 1978, quando furono uccisi in un agguato Bigonzetti e Ciavatta, e poche ore dopo Recchioni a seguito degli scontri con le forze dell’ordine.

I manifestanti hanno scandito i nomi dei tre giovani, e a ognuno di essi dedicato il rito del “presente”, accompagnandolo con il saluto romano. In mattinata ad Acca Larentia si era svolta un’altra commemorazione, alla quale aveva preso parte anche il vicepresidente della Camera e deputato di Fratelli d’Italia Fabio Rampelli. In quella circostanza un contestatore ha urlato contro i manifestanti: “Viva la Costituzione italiana, viva la Resistenza!”. Il giovane, un abitante del quartiere, è stato identificato dalle forze dell’ordine presenti e poi velocemente fatto andare via. “È giustissimo che vengano commemorate delle vittime della lotta politica armata – ha detto ai cronisti presenti -, ma non è assolutamente accettabile che questo diventi Predappio, un raduno di neofascisti che fa il saluto romano e inneggia pubblicamente al ventennio”.

Una commemorazione blindata, con le forze dell’ordine che hanno transennato e presidiato l’area per evitare, inoltre, contatti con la vicina manifestazione anti-fascista degli autonomi e degli studenti.

Anche il presidente della Regione Lazio si è recato sul luogo della strage per rendere omaggio ai tre militanti uccisi. “Ricordare la strage di Acca Larentia è un dovere civile”, ha scritto Rocca in un post su Facebook. Per il governatore, Acca Larentia “è una ferita ancora aperta che merita il massimo rispetto da parte di ogni istituzione, con l’obiettivo di una vera pacificazione storica, così che episodi di questo tipo non si ripetano mai più”.

Sempre nella zona, in via Evandro, è stata affissa nuovamente una targa dedicata da “i camerati” a Stefano Recchioni, rimossa alcuni giorni fa dal Comune dopo le proteste dell’Anpi. Al riguardo, Rocca ha definito una “provocazione inutile” la rimozione della targa proprio in questi giorni. Rocca, non ha voluto perciò commemorare insieme al Campidoglio l’anniversario, definendo la polemica di certa sinistra una “vergogna”, e ha dichiarato: “Non mi sono sentito di commemorare con il Comune”.

La Digos di Roma intanto sta visionando i filmati della manifestazione. L’obiettivo degli agenti è identificare coloro che si possano essere resi responsabili di condotte di “apologia del fascismo”.

Photo Credits: www.rainews.it