29 Gennaio 2025

A gennaio 20mila visite al Memoriale della Shoah

Schiere di studenti anche di altre regioni, in questi giorni piovosi, stanno in fila, aspettando il loro turno per entrare al Memoriale della Shoah, in piazza Safra. Mai come quest’anno le code si sono ingrossate, con prenotazioni fatte molti mesi fa, ragazzi che si sono sobbarcati ore di viaggio per poter entrare nel luogo da dove vennero deportati migliaia di ebrei milanesi e non fra il 1943 e il 1944.

Gli uffici della Fondazione calcolano che nel mese di gennaio gli ingressi alla fine saranno oltre 20 mila, con un ulteriore aumento del 10 per cento rispetto all’anno scorso, quando già i numeri erano stati da record. Le scuole si sono prenotate nei mesi scorsi e continueranno a portare studenti ad un ritmo di mille al giorno, 200 in più rispetto alle previsioni. Numeri simili si prevedono per febbraio, quando ancora ci sono le scolaresche da tutta Italia prenotate.

Ovviamente il boom di visite è stato lunedì, il Giorno della Memoria, quando c’era l’open day, con ingresso gratuito e senza prenotazione per tutti: 1.850 il numero complessivo di ingressi fra le 9 e le 19. I gruppi scaglionati hanno fatto la visita guidata alle mostre allestite per il mese della Memoria nel piano a livello strada e al Binario 21, che si trova invece nel sotterraneo della stazione Centrale, rimasto come era nel gennaio del 1944, quando venne arrestata e deportata Liliana Segre, a 14 anni, con suo padre Alberto, che non fece ritorno dal campo di sterminio di Auschwitz.

Quest’anno per la prima volta la senatrice a vita non ha potuto essere presente il 27, in quanto invitata a Roma al Quirinale dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Oggi sarà invece al Senato per la Commissione per la prevenzione del linguaggio d’odio. A Milano è attesa al Memoriale il 6 febbraio per la cerimonia organizzata dalla comunità di Sant’Egidio.

Fra i ragazzi, lunedì, si è visto anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, in visita privata, e più tardi è stato avvistato, anche lui in privato, il console generale degli Stati Uniti, Benning. A fare da guida, mostrando i vagoni blindati sui quali si può salire per capire in che condizioni hanno viaggiato i prigionieri ebrei e politici destinati ai lager in Polonia, quest’anno sono state anche persone detenute al carcere di Bollate e studenti in programma di alternanza scuola-lavoro.

Da venerdì a domenica le visite sono state oltre 4 mila. Ai ragazzi sono state proposte due mostre. “Tu sei la memoria della mia notte”, a cura di Diego Sileo, in collaborazione col Comune e col Pad, firmata dall’artista Marcello Maloberti, ispirata alla parola “Indifferenza” voluta all’ingresso del Memoriale dalla senatrice Segre, che del museo è anche la presidente onoraria. C’è poi una mostra più documentaria, sulla persecuzione dei professori universitari dopo l’emanazione delle leggi razziali nel ‘38, in collaborazione con UniMi e Cdec, il centro di documentazione ebraica che ha sede nello stesso edificio.

«Purtroppo c’è stato brutto tempo e quindi l’effetto visivo del piazzale pieno di giovani quest’anno non l’abbiamo avuto — si rammarica Roberto Jarach, presidente del Memoriale — , ma i numeri sono stati comunque molto soddisfacenti: la gente continua a venire, soprattutto le scuole. Solo la risposta degli adulti non organizzati ancora non è al massimo delle potenzialità. Per far recepire bene le nostre iniziative, ci sarà ancora tanto lavoro da fare per stimolare la voglia di venire a vedere quel che mettiamo in piedi e quel che raccontiamo».