Fonte:
Bollettino della comunità ebraica di Milano
Autore:
Ester Moscati
Moderato ma non troppo
Atti vandalici, scritte antisemite sui muri, email di insulti e minacce contro istituzioni e personalità ebraiche, slogan urlati nel corso di eventi sportivi: sono 53 gli episodi in qualche modo riconducibili all’antisemitismo in Italia nel corso del 2007. È quanto si legge sul sito dello Stephen Roth Institute for the Study of Antisemitism and Racism di Tel Aviv (http://www.tau.ac.il/Anti-Semitism/asw2007/italy.html); il rapporto, appena pubblicato, è curato dall’Archivio del Pregiudizio della Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, l’istituzione milanese che dal 1955 rappresenta un osservatorio privilegiato per competenza e capacità di monitoraggio e analisi di questo tipo di eventi.
Il rapporto parte da una presentazione dell’ebraismo italiano e delle sue istituzioni per passare alla denuncia delle attività dei gruppi politici: nell’ambito dell’estrema destra, si parla di Forza Nuova, il movimento che si ispira al tradizionalismo cattolico e al fascismo della RSI. Oltre alle campagne contro l’immigrazione musulmana, FN è responsabile di interventi contro la “Massoneria ebraica” del Bené Berith e contro il sionismo. Le sue “armi” sono manifestazioni di propaganda e dimostrazioni anche violente da parte di skinheads aderenti al movimento. Vicini a Forza Nuova, il cui leader Roberto Fiore ha trascorso nove anni in Gran Bretagna dopo essere stato accusato di complicità nella strage di Bologna del 1980, sono Alternativa Sociale di Alessandra Mussolini, Movimento Idea Sociale di Pino Rauti e altri gruppi che spesso sono accusati di reati previsti dalla Legge Mancino contro l’incitamento all’odio razziale. Elementi razzisti e xenofobi sono stati evidenziati anche nelle politiche del Movimento Sociale Fiamma Tricolore di Luca Romagnoli e nella Lega Nord: nel dicembre del 2007 il rappresentante della LN di Treviso propose di usare i metodi delle SS contro gli immigrati (punire 10 immigrati per ogni azione illegale a danni di italiani).
Ma anche sui movimenti dell’estrema sinistra e il mondo No Global e dei Centri sociali, il rapporto del CDEC ha molto da dire: “Raramente si cade negli stereotipi antisemiti, ma l’estrema sinistra segue una linea fortemente anti-israeliana, per demonizzare e delegittimare lo Stato di Israele”, si legge. Sul Manifesto, la deputata europea Luisa Morgantini, del Partito della Rifondazione Comunista, ha accusato Israele di praticare un’apartheid peggiore del Sud Africa e in occasione del Giorno della Memoria 2007 il leader dei comunisti italiani Marco Ferrando ha rivendicato il “diritto di essere antisionisti”.
Nello stesso anno va notato un incremento dell’attività antisemita e antisionista sul web: il sito Gazavive ha attuato una campagna su larga scala, coinvolgendo attraverso mailing list migliaia di persone, tra cui molti intellettuali della sinistra radicale, per paragonare Israele al nazismo e Gaza a un campo di concentramento e accusare di “genocidio” lo Stato ebraico.
Un discorso a parte merita il mondo musulmano in Italia. Il rapporto parla in particolare dell’organizzazione UCOII che si autoproclama rappresentante dell’Islam organizzato ed è membro della Federazione delle organizzazioni islamiche in Europa, emanazione dei Fratelli Musulmani. L’UCOII non nasconde il suo forte antisionismo e la negazione del diritto di Israele ad esistere. Nel maggio del 2007, il portavoce e segretario dell’UCOII Roberto Hamza Picardo ha partecipato ad un meeting contro la Legge Mancino organizzato da un movimento di estrema destra, la Comunità Politica d’Avanguardia. In quella occasione si scagliò contro la stampa italiana accusandola di essere schiava degli “interessi ebraici”.
Altri episodi menzionati nel rapporto riguardano l’uso delle moschee come luoghi di propaganda contro “l’Occidente, i cristiani e gli ebrei” e a sostegno di Al Qaeda, con le preghiere e la diffusione di stampati.
Ma per venire ai casi più propriamente definibili come “antisemiti” in Italia, il rapporto dimostra come rispetto al 2006 gli episodi siano meno numerosi: 53 nel 2007 contro 80 nell’anno precedente quando, in occasione della Guerra del Libano, si erano moltiplicate le scritte contro Israele e gli ebrei e le email di minacce e insulti.
I 53 episodi segnalati si riferiscono a graffiti, atti vandalici, email e slogan; non sono compresi invece i siti internet, libri, canzoni e video. In particolare, graffiti antisemiti vengono vergati soprattutto in concomitanza con la celebrazione del Giorno della Memoria da militanti di estrema destra: svastiche, frasi inneggianti a Hitler, alla deportazione e alla morte degli ebrei. Roma ha il triste primato dei graffiti antisemiti, mentre la comunità milanese è la più bersagliata dalle email.
Un oltraggio alla memoria dell’ebraismo italiano, particolarmente odioso, è stato compiuto ad Arezzo, qualche giorno prima del 27 gennaio: un piccolo olivo piantato a ricordo dell’antico cimitero ebraico, è stato mutilato e coperto con un cartello con una svastica e le scritte “10, 100, 1000 Olocausti – Priebke libero”. Svastiche e stelle di David sono state dipinte sulle porte di diverse sinagoghe: a Milano, in via Montecuccoli, e a Mantova, mentre a Roma i muri del ghetto sono stati imbrattati con scritte “sporchi ebrei” e simili. In agosto, è stato distrutto a Bolzano il monumento a ricordo delle vittime del Terzo Reich.
Anche il tradizionale antigiudaismo cristiano ha trovato modo di diffondersi nel corso dell’anno: in una mostra sui Miracoli eucaristici allestita in una chiesa di Orvieto, sono state riproposte immagini antisemite tali da provocare l’intervento dell’ambasciatore israeliano presso il Vaticano e una lettera degli amici di Israele di Roma al papa Benedetto XVI, in cui si protestava per l’esposizione di “immagini che ripropongono lo stereotipo degli ebrei assetati di sangue nemici della religione cristiana”. E che dire del libro Pasque di sangue di Ariel Toaff, un invito a nozze per gli antisemiti? Basti qui dire che il rapporto del CDEC evidenzia tutte le azioni a supporto del libro messe in atto da organizzazioni cattoliche integraliste.
Anche singole personalità del mondo ebraico hanno ricevuto insulti pubblici, per il solo fatto di essere ebree: Rita Levi Montalcini è stata svillaneggiata da Francesco Storace “dovrebbe fare politica nel Ghetto…”; Gad Lerner è stato definito “nasone” da Radio Padania perché ha difeso Roma dalle accuse qualunquiste della Lega.
Episodi di antisemitismo si sono poi avuti nelle scuole pubbliche: insegnati che hanno approvato le minacce di Ahmadinejad contro Israele e studenti che si sono visti consigliare il Mein Kampf. Sui campi da calcio, sportivi si sono sentiti dare degli “sporchi ebrei” dagli avversari. Nel corso del 2007 sono stati condotti due sondaggi di opinione, dall’Anti Defamation League e dall’ISPO/CDEC (Renato Mannheimer, Enzo Campelli, Leone Hassan, Betti Guetta e Adriana Goldstaub). Secondo il primo sondaggio, su un campione di 2.714 persone, di cui 500 in Italia, la situazione del pregiudizio antiebraico sarebbe migliorata in Italia rispetto agli altri paesi europei; per esempio, alla domanda “Pensate che gli ebrei siano più fedeli a Israele che al paese dove vivono”, in Italia la percentuale di chi ha risposto SI’ è calata dal 57 per cento del 2005 al 48 per cento del 2007, mentre in Europa il dato è salito. In campo economico, però, nel 2007 il 42 per cento degli intervistati riteneva che gli ebrei avessero troppo potere negli affari, mentre la percentuale era di 32 nel 2005. Chissà quale percentuale avremmo oggi, dopo il caso Madoff!
Il rapporto dell’ISPO è stato invece condotto su un campione tutto italiano di 2156 persone: il 26 per cento pensa che gli ebrei siano più fedeli a Israele che all’Italia, il 23 per cento ritiene addirittura che gli ebrei non siano veri italiani, il 26,7 per cento pensa che i soldi siano nelle mani degli ebrei, il 30,3 per cento accusa gli ebrei di parlare troppo delle proprie tragedie e di essere indifferenti a quelle di altri popoli, mentre il 26,4 per cento pensa che gli “Ebrei” si siano trasformati da vittime in aggressori. Proprio sulla tragedia della Shoah si è concentrato il dibattito quando il ministro Clemente Mastella propose di istituire il reato di Negazione dell’Olocausto. Molti intellettuali insorsero, proclamando che il Negazionismo è un problema culturale e non penale, che il pensiero non può essere perseguito nei tribunali. Libri negazionisti sono stati pubblicati da una casa editrice genovese e tesi negazioniste diffuse on line in diversi siti web.
Aspettiamo ora il rapporto del CDEC sul 2008, che dovrebbe essere già pronto a primavera, e ancora di più quello sul 2009: in particolare dopo la guerra a Gaza, la recrudescenza degli episodi antisemiti è da mettere in conto: la politica di Israele, la sua lotta al terrorismo è sempre stata un alibi per tutti gli antisemiti che amano paludarsi del più socialmente accettabile “antisionismo”. Vanno ricordate le parole del Presidente Napolitano, citate nel rapporto: “… combattere con successo ogni indizio di razzismo, di violenza e di sopraffazione contro i diversi, e innanzitutto ogni rigurgito di antisemitismo. Anche quando esso si travesta da antisionismo: perché antisionismo significa negazione della fonte ispiratrice dello Stato ebraico, delle ragioni della sua nascita, ieri, e della sua sicurezza, oggi, al di là dei governi che si alternano nella guida di Israele”.