Fonte:
https://fondazionegermani.org
Autore:
Joel Terracina
Introduzione
Lo scopo del presente lavoro è quello di indagare l’origine storica del pensiero antisemita tanto nell’estrema sinistra italiana quanto nei movimenti dell’estrema destra, ripercorrendo le origini storiche di questo fenomeno che ha preso il sopravvento in alcuni movimenti extraparlamentari che nutrono avversione sia nei confronti della minoranza ebraica italiana sia per lo Stato d’Israele. Le motivazioni addotte da alcuni responsabili di questi movimenti sono molteplici, spesso si celano dietro una feroce critica nei confronti dello Stato ebraico che viene paragonato alla Germania nazista: questo linguaggio è tipico soprattutto di alcune frange dell’estrema sinistra. Invece nei movimenti di opposto colore politico è assai forte l’elemento negazionista del dramma del genocidio del popolo ebraico, nonché l’accusa ad Israele di essere uno Stato artificiale, un paese creato come risarcimento del genocidio del suo popolo avvenuto durante il secondo conflitto mondiale. Entrambe le componenti presentano le seguenti caratteristiche: si battono per la negazione del diritto all’autodeterminazione del popolo ebraico, propugnano la sua dissoluzione e completa sostituzione con uno Stato palestinese. Assai forti sono le sfaccettature: filo terzomondiste, anticapitaliste e antiborghesi presenti nel linguaggio utilizzato dagli esponenti di tali movimenti, che spesso partendo da una critica rivolta verso la politica israeliana finiscono per utilizzare toni aggressivi, violenti, fortemente antisemiti. Il lavoro si basa su una analisi storico-politica di questi movimenti, partendo dal 1967, anno in cui l’immagine dello Stato ebraico ha subito un mutamento, passando per il 1973 e la guerra del Libano, fino ad arrivare ai giorni odierni. Risulta altresì importante ricordare il ruolo della stampa italiana e dei social media: questi ultimi strumenti molto potenti sono riusciti a veicolare una immagine nociva dello Stato ebraico e a determinare allo stesso tempo il mutamento del flusso delle coscienze. In particolar modo in questo ultimo periodo, in cui il dibattito politico ha perso i suoi aspetti contenutistici e la sua vocazione pedagogica, impoverendosi sempre di più e arrivando a concepire il conflitto mediorientale come una battaglia tra buoni e cattivi, risulta importante analizzare il linguaggio politico utilizzato così come esaminare in maniera critica l’atteggiamento della stampa partitica e dei giornali di opinione, sino ad arrivare a leggere la complessità attuale attraverso lo studio sistematico di altre fonti.