24 Agosto 2024

Liste di proscrizione antisemite diffuse dal (nuovo) Partito Comunista Italiano

Fonte:

Libero

Ecco la lista dell’odio comunista

La minaccia del “nuovo Pci”: pubblica l’elenco di politici e giornalisti accusati di essere troppo vicini a Israele

Dal letamaio della Storia alla lista degli «agenti sionisti in Italia» il passo è brevissimo e o ‘ può essere fatto solo a sinistra. Da qualcuno a sinistra del Pd e dei suoi cespugli più estremisti, al confine con quel mondo pronto a passare alla clandestinità e alla lotta armata che l’Italia ha visto in azione dai «formidabili» anni Settanta. La sigla che ha appena pubblicato sul proprio sito l’elenco dei nemici con nome, cognome e professione è attiva da un quarto di secolo. Si definisce «(nuovo) Partito comunista italiano» (lo scrivono proprio così), anche se l’unico recapito che fornisce è in Francia, nel comune di L’Île St Denis, a un’ora d’auto da Parigi. La Digos, la divisione delle operazioni speciali della polizia, la segue da anni e da qualche tempo ha intensificato l’attenzione. E vicina ai Carc, i Comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo nati negli anni Novanta, i cui esponenti già hanno subito condanne per violenze. Ambedue i movimenti hanno come obiettivo l’instaurazione del comunismo di tipo sovietico. «Il (n)Pci ha il compito di attuare la strategia, il P.Carc ha il compito di sviluppare la tattica», spiega il sito di quest’ultimo. Il 4 agosto si sono riuniti a Pontedera, in provincia di Pisa, con la partecipazione di Gabriele Rubini, noto come chef Rubio, e un’esponente dell’Unione democratica arabo palestinese. Li sono giunti alla conclusione che la guerra di Israele contro Hamas rappresenti l’occasione ideale per fare un salto di livello. Così due giorni fa, sul sito del (n)Pci, è apparso le «l’avviso ai naviganti 145»: un lungo proclama in cui si chiede di «sviluppare la denuncia e la lotta contro organismi e agenti sionisti in Italia». I militanti debbono sapere chi merita il loro odio, conoscerne il nome e l’azienda o l’istituzione per cui lavora, e in quell’appello trovano tutto (mancano solo gli indirizzi e gli orari di spostamento, almeno nella parte pubblica del sito). Il salto dai proclami e i pestaggi alla lotta armata è lungo ed è scontato che moltissimi non lo faranno, né lì si chiede di farlo: per sparare, però, ne basta uno.

DELAZIONI CRIPTATE

Chi conosce la storia dell’ascesa del nazismo non trova nulla di nuovo nel testo dei neocomunisti. La «entità sionista», vi si legge, «opera nel nostro paese sia attraverso proprie aziende inserite nel tessuto finanziario e commerciale italiano, sia attraverso uomini di fiducia (ebrei e non ebrei) con ruoli apicali nell’ambito mass-mediatico, nel campo dell’istruzione, della medicina, della ricerca scientifica, della politica e delle istituzioni». Per esporli, la sigla comunista clandestina pubblica «un elenco di alcune di tali aziende e agenti», avvertendo che la ricerca è ancora «limitata», poiché «il livello di infiltrazione dei sionisti è trasversale a diversi settori della società e combinato in varie forme, alcune anche occulte». I lettori sono quindi chiamati a «contribuire», fornendo ulteriori nomi e dettagli. Per aiutarli, il sito spiega come «mettersi in contatto con il Centro del (n)PCI senza essere individuati e messi sotto controllo dalle Forze dell’Ordine borghesi» e come criptare i dati, in modo che da un computer sequestrato la polizia non possa ricavare informazioni. L’elenco è lungo e fotografa bene l’ossessione di chi lo ha compilato. Ci sono esponenti del mondo politico e culturale di destra (molti) e di sinistra (meno). Avere un cognome di origine ebraica aiuta a finire nella lista, ma non è condizione necessaria. L’ex sindaco di Milano Gabriele Albertini, come altri, è lì per avere fondato, all’indomani della strage di Hamas, l’associazione “Sette Ottobre”. Il presidente della Lazio, Claudio Lotito, ha invitato allo stadio un tifoso della sua squadra che da Roma è andato a combattere in Israele: pure Lotito è un nemico. Al pari di moltissimi giornalisti, inclusi il direttore responsabile di Libero, Mario Sechi, il direttore editoriale Daniele Capezzone, il fondatore Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti: tutti marchiati come «sionisti presenti nel sistema mass-mediatico e culturale italiano particolarmente attivi nel sostegno alle iniziative dello Stato sionista d’Israele». Pubblicato da una qualunque sigla di estrema destra avrebbe scatenato meritata indignazione, interrogazioni parlamentari e le immancabili accuse al governo di tolleranza nei confronti dell’antisemitismo nero. Pubblicato da una sigla di sinistra, che su Israele dice cose non molto diverse da quelle di tanti parlamentari d’opposizione, indigna solo il centrodestra, agli altri pare normale. E normale, in un certo senso, per la sinistra lo è davvero: lo ammetta o meno, quell’antisemitismo e quell’odio sono qualcosa che le appartiene, simili orrori oggi non potrebbero nascere e crescere indisturbati in nessun altro brodo di coltura. di Fausto Carioti

Photo Credits: Libero

[nuovopci] Sviluppare la denuncia e la lotta contro organismi e agenti sionisti in Italia (1)