2 Luglio 2024

Dossier dell’esperto Paolo Berizzi su componenti neofasciste e neonaziste in FdI

Fonte:

La Repubblica

Autore:

Paolo Berizzi

Odio e negazionismo Quei semi alle radici della destra di governo

Non solo i baby camerati di Gioventù nazionale nuotano nel fango anti ebraico ma anche gli adulti del partito

«Saranno soltanto gli idealisti a cambiare il mondo». Firmato Léon Degrelle, comandante delle Waffen SS, il “figlio adottivo di Adolf Hitler”. A postare la citazione è Andrea Delmastro Delle Vedove, sottosegretario alla Giustizia di Fratelli d’Italia. Uno che vent’anni fa, mentre aiutava Giorgia Meloni a scalare Azione Giovani, strizzava l’occhio ai negazionisti della Shoah. Delmastro invitò a Biella lo storico negazionista David Irving (“Auschwitz è una menzogna”). Perché? Lo spiegò lui: «La storia ufficiale la conosciamo tutti. A noi interessa conoscere una ‘controstoria’». Fedelissimo meloniano, quello di Delmastro è uno dei tanti casi che accostano molti fratelli e sorelle d’Italia all’antisemitismo. E dunque: se i baby camerati di Gioventù Nazionale nuotano nel fango dell’odio anti ebraico, del fascismo e del razzismo, è anche e prima di tutto perché alcuni “grandi” del partito si comportano allo stesso modo. Ministri, sottosegretari, deputati, consiglieri e assessori regionali e comunali. Oltre al Delmastro che inneggia a Mussolini e alla marcia su Roma, che indossa la maglietta della band nazirock Gesta Bellica nota per i brani che esaltano Erich Priebke e il “sangue e suolo” della gioventù hitleriana, ci sono altri. Uno è l’amico Emanuele Pozzolo, l’uomo degli spari di Capodanno. In un post del 2018 celebra Joseph Goebbels, ministro della propaganda del Terzo Reich: «Abbiamo offerto a Junger ponti d’oro, ma lui non li volle attraversare», è la frase citata. Evoca il braccio destro di Hitler anche il senatore veneto Luca De Carlo: «Propaganda come Goebbels», scrive sui social insieme a uno sconcio «Quando sento parlare di cultura metto mano alla rivoltella. Guggenheim Museum». Il tema spinoso dell’Olocausto rimbalza a gennaio 2022 a Massarosa. Nel Giorno della Memoria il consiglio comunale decide di leggere tutti i nomi degli ebrei rastrellati in un campo di concentramento della provincia di Lucca. Tutti i rappresentanti in consiglio leggono un nome. Quando tocca alla capogruppo di FdI Michela Dell’Innocenti parte la frase «io passo». A Cogoleto, nel 2021, la collega Valeria Amadei, sempre il 27 gennaio, fa il saluto nazifascista. Quel gesto deve aver fatto godere Gabrio Vaccarin, eletto nel 2020 a Nimis. Una foto lo ritrae con la divisa delle SS (vedi il sottosegretario Galeazzo Bignami, ndr) e la foto di Hitler. Ventisei ottobre 2023. La frizione scappa a Giuseppe Massaro, consigliere comunale di Moiano. «Ma vuoi vedere che quasi quasi Hitler non aveva torto…»(post). Ancora più esplicito è Francesco Attolini, commissario FdI a Samarate. Il giorno dell’attacco di Hamas nei kibbutz israeliani pubblica su Fb la foto ritoccata di una montagna dalla quale emerge il profilo di Hitler col braccio alzato. Altro capitolo sono le Pietre di Inciampo. Nel 2022 la giunta regionale delle Marche – guida FdI – annuncia il taglio dei fondi per la posa nell’anno 2023, «daremo più attenzione alle Foibe». C’è chi dice Evola. L’antisemita e teorico del razzismo è nel pantheon di alcuni esponenti del partito locomotiva del governo. «Più Evola meno Ebola». Eccola la foto condivisa nel 2015 da Marcello Gemmato, sottosegretario alla Salute, accompagnata dalla frase “indicazioni sanitarie”. Immagini di Evola spiccano nel circolo di GN Roma e Evola è citato dal membro dell’esecutivo nazionale Andrea Piepoli. «La mia patria è dove si combatte per la mia idea», sempre Julius. L’ex missino Roberto Menia la ripete in Senato sostituendo “idea” con “battaglia”. Icona è anche Corneliu Zelea Codreanu, fondatore della”Guardia di Ferro” e sostenitore dell’eliminazione degli ebrei dalla Romania. Nella sede FdI di Ferrara c’è un ritrattone. Il senatore Raoul Russo lo esalta insieme al dittatore fascista Primo De Rivera. Lo stesso fa il deputato Salvata re Deidda detto “Sasso”. Nell’elenco dei “padri” c’è poi, tra gli altri, il vicesegretario del PNF Pino Romualdi. Sul Manifesto di Verona scrisse: «Gli ebrei sono stati messi al loro posto. I puri sangui saranno messi in campi di concentramento». O nei forni crematori. Quelli su cui scherzano il consigliere comunale Giuseppe Marasco (Manfredonia) e Carmine Alfano (candidato sindaco di Torre Annunziata). A Romualdi sono intitolati circoli FdI. Viene osannato dal capogruppo alla Camera Tommaso Foti a da Marco Osnago («Le nostre radici non muoiono»). Chiedersi perché i giovani meloniani inneggiano al duce e a Hitler, al razzismo e all’odio conto gli ebrei è quasi superfluo.

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