Fonte:
Il Foglio
Autore:
Ivan Scalfarotto
Si, è inaccettabile che i Pride abbiano un problema con la stella di David
Possiamo tranquillamente chiamarlo il paradosso del Pride. Mentre a New York i sostenitori della causa palestinese bloccano in modo per nulla amichevole la storica marcia arcobaleno, in Italia (ma lo stesso è successo anche a Londra) i gruppi ebraici LGBTQ+ decidono di non parteciparvi nel timore di essere contestati e persino aggrediti durante la parata. Paradossale che la manifestazione che ha come protagonisti i diritti, la parità, la dignità e l’inclusione delle persone LGBTQ+ rifiuti apertamente, come hanno messo per iscritto gli organizzatori del Pride di Bergamo, “le bandiere israeliane o inneggianti alla simbologia connessa allo stato di Israele”: quelle cioè dell’unico Paese in tutto il Medio Oriente in cui le persone LGBTQ+ vivano con quei diritti, parità, dignità e inclusione di cui il Pride dovrebbe in teoria occuparsi (e non dimentichiamo l’incolumità, posto che in Iran e nei territori gestiti dai suoi alleati, Gaza compresa, per le persone omosessuali è prevista la morte). Paradossale che alla marcia dell’orgoglio, un posto nato per celebrare ciò che si è (“I am what I am”), qualcuno pretenda che una minoranza della nostra minoranza nasconda ciò che è (gay ed ebreo, per esempio: come la mettiamo con l’intersezionalità?). Paradossale che si imputi a persone lgbtq+ italiane la politica del governo di un altro Paese. Paradossale che si chieda loro di nascondere la stella di David, che non è né una bandiera israeliana, né “un simbolo inneggiante” a Israele: il Mogen David è un simbolo dell’ebraismo, esiste da millenni prima della fondazione di Israele e chi confonde quel simbolo con una bandiera è come confondere la croce cristiana con la bandiera della Svizzera. Ma ciò che è più paradossale di tutto è che l’antisemitismo possa essersi insinuato, e sia tollerato con il silenzio, in una comunità come la nostra, che ha portato il triangolo rosa nei lager nazisti e che oggi è – proprio come lo furono ieri gli ebrei, lo ha spiegato bene il Patriarca Kirill – il nemico da additare al popolo per fortificare regimi liberticidi e persino criminali invasioni e atti di guerra sanguinari. Ecco: non è solo paradossale, è assolutamente inaccettabile.
Ivan Scalfarotto senatore di Italia viva