Luogo:
Torino
Fonte:
La Stampa edizione di Torino
“Boicottiamo le università israeliane” La scelta dei prof di Scienze politiche
II dipartimento di Culture Politiche e Società ha votato a maggioranza. II direttore Ramella: “Siamo divisi”
Francesco Ramella, direttore del Dipartimento di Politiche Culture e Società (Cps), attende la fine dell’incontro tra la governance dell’Università di Torino e gli studenti occupanti e non. Ramella ha fretta, perché il suo dipartimento è il primo ad aver approvato una mozione (degli studenti) che chiede il boicottaggio accademico. Ed è una novità, perché finora nessuno si era espresso ufficialmente a favore di questa misura. Il boicottaggio è, di fatto, la principale richiesta degli studenti che occupano Palazzo Nuovo, Fisica e il Politecnico da ormai un mese. Ma finora l’università si è mostrata unita e compatta proprio su questo punto: non voler interrompere gli accordi con Israele. Che siano scambi con gli atenei o contratti con aziende private. Invece, la mozione non lascia spazio a interpretazioni. «Chiediamo il boicottaggio totale del sistema accademico israeliano, complice dell’apparato di occupazione coloniale e base fondamentale di supporto del complesso politico-militare israeliano nei Territori Palestinesi Occupati» è il primo punto. Ancora: «Chiediamo che il Dipartimento assuma una posizione netta per il cessate il fuoco immediato e a favore di una risoluzione pacifica del conflitto per la quale il popolo palestinese non sia più sottoposto a regime di apartheid». E infine: «Si chiede all’Università trasparenza su tutti i contratti». La mozione è stata votata «per questione di pochi voti», dice Francesco Ramella, direttore del Dipartimento. Perché? «Siamo molto divisi. Complice l’età generazionale» spiega. Ovvero? «I ricercatori e i docenti più giovani sono a favore del boicottaggio. Ma c’è un’altra grossa fetta che si è espressa contro, come me» dice Ramella. Poi, aggiunge: «L’importante è che ci sia stata una discussione pacifica su temi così delicati». Ramella riuscirà a confrontarsi con il rettore Stefano Geuna («Non siamo contenti, ma anche lui conosce il mio dipartimento»), mentre intanto ha deciso di non portare questa mozione in discussione in Senato, atteso per domani. In quell’occasione si voteranno le cinque nuove mozioni degli studenti presentate ieri al rettore. Le richieste a grandi linee sono simili. «Le università israeliane sono legate al sistema industriale -spiegano gli studenti dell’Intifada- per questo sono complici del genocidio». Precisando che «il boicottaggio è una pratica legittima e non può essere identificato con l’antisemitismo». A supportare gli occupanti in serata arrivano i Subsonica e Willie Peyote. «Grazie per averci chiamati qui con voi – inizia così il chitarrista Max Casacci – A volte non si può girare la testa dall’altra parte e l’unica soluzione è disobbedire. È quello che state facendo voi qui».
di Chiara Comai