Luogo:
Roma
Fonte:
Corriere della Sera edizione di Roma
Blitz alla Sapienza, scritte pro Palestina e contro la rettrice
Gli studenti: qualcuno lo ha fatto in modo autonomo, non decidiamo tutto insieme
Dopo la giornata di sabato, con la partecipazione al corteo pro Palestina e il ritorno in serata nel presidio fisso delle tende, la domenica sarebbe dovuta trascorrere tranquilla nelle intenzioni, tra dibattiti, aperitivi e iniziative organizzate dagli studenti. E invece con il buio sono scattati gli atti vandalici. Le scritte, oltre a inneggiare alla «Palestina libera», a chiedere lo «stop del genocidio», a denunciare che «a Gaza non ci sono più muri su cui scrivere» (frase riportata in romanesco), a invitare «fuori (dall’università, ndr) Leonardo e i sionisti», ricordano anche l’appuntamento con il «contro senato» accademico di oggi. Ma le parole impresse sui muri non si limitano alla rivendicazione delle ragioni per cui da mesi va avanti la protesta degli universitari, ovvero il boicottaggio accademico di Israele e dell’industria bellica e «d’Intifada palestinese». Tra le scritte si leggono anche «pensieri» rivolti alla rettrice («Polimeni dimettiti» e «Polimeni dove sei?») e alle forze dell’ordine, più volte chiamate a intervenire durante le manifestazioni («Le nostre idee, i vostri manganelli»). Il numero delle tende (ri)montate sul pratone nei giorni scorsi dopo un’assemblea, accogliendo l’invito di altre realtà universitarie a proseguire le proteste, nel frattempo è aumentato: rispetto al primo giorno ora se ne contano più di una ventina. Una vicina all’altra, nello spiazzo vicino alla struttura dell’aula Ti (neanche questa risparmiata dalle scritte inneggianti alla Palestina), presidiate giorno e notte, con un fitto calendario di incontri redatto dagli universitari. Nessun commento ufficiale, o via social, da parte degli occupanti su quanto accaduto la scorsa notte. «C’è qualcuno che lo ha fatto in modo autonomo – dicono dal coordinamento dei Collettivi -. Non tutte le azioni le decidiamo insieme». L’università, comunque, si è già attivata per far rimuovere il prima possibile le scritte con cui sono stati imbrattati i muri del palazzo e il viale che costeggia il rettorato. Il gesto non fa che alimentare il clima di tensione che si respira alla Sapienza (così come negli atenei di mezza Italia, da Pisa a Torino fino a Napoli): oggi si terranno il Senato accademico (all’interno del rettorato) e in contemporanea il «contro senato» accademico degli studenti nel pratone. di Clarida Salvatori