Fonte:
https://genova.repubblica.it
Autore:
Valentina Evelli
Tensione in università a Genova, insulti e proteste contro il rettore Delfino da parte di alcuni studenti, sospeso il senato accademico
Contestazioni da parte di “Cambiare Rotta” e di un gruppo di autonomi, al centro il conflitto israelo-palestinese. Il rettore: “Impossibile avere un confronto”
“Con la resistenza palestinese – fuori Israele dall’Università”. Mattinata di tensione nell’ateneo genovese con la doppia protesta di “Cambiare Rotta” e un gruppo di studenti autonomi, in concomitanza del senato accademico che è poi stato sospesoUniversità di genova dopo che un gruppo di studenti è riuscito a entrare.
Il rettore Federico Delfino, pesantemente contestato e insultato dagli studenti, all’inizio della mattinata aveva incontrato tre rappresentanti dei gruppi in rettorato.
“Non si rende conto della responsabilità che ha è questo la rende complice del genocidio“, hanno detto i ragazzi a Delfino con toni concitati. State distorcendo la realtà”, ha risposto il rettore cercando, invano, di riportare la calma.
Il senato accademico è iniziato regolarmente ma stato poi sospeso a causa delle proteste. Uno studente del gruppo “Cambiare Rotta” è stato fatto entrare e ha letto la lettera aperta al Maeci per la sospensione dell’accordo di Cooperazione industriale scientifica e tecnologica tra Italia e Israele firmato da più di 4 mila docenti in tutta Italia tra cui 14 professori dell’ateneo genovese.
Ma dopo di lui è entrato improvvisamente il gruppo degli studenti autonomi che ha bloccato i lavori del senato. “Abbiamo dovuto sospendere la seduta – ha detto il rettore Federico Delfino – l’università è il luogo del dialogo ma con una parte degli studenti , da cui ho ricevuto insulti, è impossibile avere un confronto“.
E ha poi aggiunto, confermando la volontà dell’ateneo di portare avanti i progetti con Israele. “È un momento difficile , gli atenei sono in prima linea e hanno la responsabilità di guidare la società verso una maggiore coesione. È un ruolo importante quello che abbiamo oggi”.
Photo Credits: genova.repubblica.it