Fonte:
Rete contro l'odio
Il Piemonte è la prima regione italiana a dotarsi di una legge per il contrasto al discorso e ai fenomeni d’odio. Approvata il 12 marzo all’unanimità dall’Aula di Palazzo Lascaris, “ha lo scopo di contrastare e prevenire i fenomeni di Hate speech”, come spiega il consigliere regionale del Partito Democratico Diego Sarno, primo firmatario della proposta di legge.
“Si tratta di un provvedimento che ha raccolto le indicazioni della Raccomandazione 16/2022 approvata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che chiede di sostenere le vittime di reato nell’accesso ai loro diritti e servizi e di riconoscerle e trattarle con rispetto, professionalità e non discriminazione” spiega il consigliere.
All’articolo 2 del testo della legge troviamo la definizione di hate speech, inteso come:
- l’utilizzo di contenuti o espressioni mirati a propagandare o fomentare l’odio, la discriminazione e la violenza per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi, politici o fondati sull’identità di genere, sull’orientamento sessuale, sulla disabilità, sulle condizioni personali e sociali o sulle opinioni espresse;
- la diffusione e la distribuzione di scritti, immagini o altro materiale, anche mediante la rete internet, i social network o altre piattaforme telematiche che fomentano l’intolleranza, gli etnocentrismi, gli abusi e le molestie, utilizzando epiteti, pregiudizi, stereotipi e ingiurie che stigmatizzano e insultano.
Con un piano regionale triennale di interventi di prevenzione e contrasto si mira, spiega Sarno, al “coinvolgimento delle famiglie, delle istituzioni scolastiche e delle istituzioni pubbliche e private del terzo settore” per perseguire gli obiettivi prefissati.
Inoltre, il piano prevede “la promozione di studi e ricerche sugli aspetti sociali e culturali dell’hate speech, sulle attività di prevenzione e repressione e sulle strategie di contrasto realizzate a livello nazionale, europeo e internazionale” al fine di promuovere una maggiore consapevolezza sui danni dei discorsi d’odio e sulle modalità per contrastarlo.
Vengono previste anche misure per proteggere le vittime di discorsi d’odio e per garantire loro un adeguato sostegno psicologico e legale. Uno dei punti centrali della legge, messa a punto con l’aiuto dell’Università di Torino e di alcune associazioni, prevede la costituzione di centri specializzati per dare supporto alle vittime (almeno uno per ogni Provincia e per la Città metropolitana di Torino), da insediare anche presso i centri antiviolenza iscritti all’albo regionale e i centri della rete antidiscriminazione, la messa alla prova degli “odiatori” in accordo con le forze dell’ordine.
I centri, oltre a garantire sostegno, dovrebbero supportare il riutilizzo consapevole dei social media e sostenere “progetti di contrasto all’incitamento all’odio, con finanziamenti erogati attraverso un bando regionale annuale”.
Come spiega il consigliere “per finanziare le attività di questo provvedimento è previsto uno stanziamento di 100.000 euro per ciascuno degli anni del prossimo triennio , per un totale complessivo di 300.000 euro”.
Oltre a testimoniare l’impegno delle istituzioni regionali nella promozione di una cultura di rispetto, tolleranza e inclusione, la legge si propone come modello sia a livello nazionale che europeo, “come buona prassi da inserire nella loro politica legislativa” afferma Sarno.