Fonte:
EUNews
Autore:
Federico Baccini
Bruxelles – La Commissione Europea fa sul serio e mette sotto indagine TikTok per possibili violazioni del Digital Services Act. La notizia è arrivata oggi (19 febbraio) con un post su X da parte del commissario per il Mercato interno, Thierry Breton, a soli due giorni dalla piena entrata in vigore della nuova legge sui servizi digitali. Dopo mesi di indagini preliminari condotte negli ambiti della protezione dei minori, della trasparenza della pubblicità, dell’accesso ai dati per i ricercatori e della gestione del rischio di creare dipendenza e contenuti dannosi, l’esecutivo Ue ha deciso di mettere sotto la lente TikTok in vista di possibili sanzioni previste dal Dsa.
Come rende noto la stessa Commissione Ue, il procedimento si concentrerà in diverse aree, in primis sul rispetto degli obblighi del Digital Services Act sulla valutazione e mitigazione di “effetti negativi reali o prevedibili derivanti dalla progettazione del sistema di TikTok”, compresi i sistemi algoritmici progettati per stimolare dipendenze e creare i cosiddetti ‘effetti rabbit hole‘ (ovvero la visualizzazione di video e contenuti continua e impulsiva). “Tale valutazione è necessaria per contrastare i potenziali rischi per l’esercizio del diritto fondamentale al benessere fisico e mentale della persona, il rispetto dei diritti dei minori e l’impatto sui processi di radicalizzazione”, precisa la Commissione, facendo riferimento agli strumenti di verifica dell’età – per impedire l’accesso dei minori a contenuti inappropriati – che “potrebbero non essere ragionevoli, proporzionate ed efficaci”.
Sempre per quanto riguarda il rispetto della nuova legge sui servizi digitali, l’esecutivo Ue è preoccupato anche per il possibile non rispetto di misure “appropriate e proporzionate” per garantire un “elevato livello di privacy, sicurezza e protezione dei minori”, soprattutto per quanto riguarda le impostazioni predefinite nella progettazione e del funzionamento dei sistemi di raccomandazione. Le indagini preliminari – basate anche sul rapporto di valutazione dei rischi inviato a settembre dello scorso anno – rilevano anche carenze sul piano della messa a punto di un “archivio ricercabile e affidabile per le pubblicità” presentate su TikTok e su quello della trasparenza della piattaforma e delle difficoltà per i ricercatori di avere accesso ai dati pubblicamente accessibili (come previsto dall’articolo 40 del Dsa).
Dopo l’avvio formale del procedimento la Commissione continuerà a raccogliere prove – come per esempio inviando ulteriori richieste di informazioni e conducendo colloqui o ispezioni – e nel frattempo potrà adottare ulteriori misure di applicazione, come misure provvisorie e decisioni di non conformità. Allo stesso tempo TikTok potrà proporre impegni “per porre rimedio alle questioni oggetto del procedimento”, che i servizi della Commissione potranno valutare e accettare. L’indagine in corso “non pregiudica eventuali altri procedimenti” su questioni parallele che potrebbero costituire violazioni del Digital Services Act, tra cui quelli relativi agli obblighi sul contrasto alla diffusione di contenuti illegali (terroristici o abusi sessuali su minori online).