Fonte:
La Repubblica edizione di Bari
Autore:
Chiara Spagnolo
Da CasaPound a suprematista: è arruolamento per terrorismo
La storia di Luigi Pennelli, 25enne di Sammichele, da estremista di destra ad ammiratore di The Base l’organizzazione neonazista nata negli Usa. I suoi contatti e le motivazioni della sentenza di Bari
«Sono stato un militante attivo di CasaPound per tre anni, ho lasciato il movimento dopo essere passato dal conservatorismo all’accelerazionismo e aver letto Siege di James Mason… »: è iniziata così la trasformazione di Luigi Pennelli, 25enne di Sammichele, da estremista di destra a suprematista. Lo raccontava lui stesso nella mail con cui, nell’estate 2021, chiedeva di entrare in The Base, organizzazione neonazista nata negli Usa nel 2018. Tanto le modalità di arruolamento, quanto la costituzione della cellula italiana e l’avvio della propaganda finalizzata a fare adepti, sono stati ricostruiti nella sentenza con cui la giudice Susanna De Felice ha condannato Pennelli a cinque anni, ritenendo fondate le accuse di arruolamento con finalità di terrorismo internazionale e propaganda e istigazione a delinquere per discriminazione razziale, etnica e religiosa, formulate dal pm Ignazio Abbadessa. Dalla perizia psichiatrica depositata nel processo è venuto fuori che il giovane ha vissuto un’adolescenza difficile, tra bullismo subìto e solitudine vista come unica via di fuga. Ma il disturbo della personalità certificato dagli esperti non si è tradotto in capacità di intendere e di volere. Anzi, dalle indagini della Digos è emersa una notevole lucidità nell’aderire a ideologie che portavano alle estreme conseguenze concetti come razza, antisemitismo, antifemminismo e, contemporaneamente, la volontà di condurre una vita defilata e il più possibile “normale” per poter fare proseliti senza essere disturbato. Dopo la scoperta di The Base, persino Casapound, che aveva frequentato nella sua sede barese, gli era sembrata un ritrovo di moderati. In rete aveva stretto contatti con il fondatore Rinaldo Nazzaro, statunitense residente in Russia di cui lo stesso Pennelli diceva al padre «non è proprio terrorista, è nazista». Ma il suo gruppo — dicono i magistrati — aveva stampo terroristico ed eversivo. Ad esso il pugliese aveva aderito prima tramite il canale telegram, poi inviando il proprio curriculum: «Razza pura e bianca, nessun antenato nero o ebreo. Abilità di sopravvivenza bushcraft, caccia, balestra; abilità di combattimento kickboxing». In seguito, per dimostrare di essere passato dalle parole ai fatti, Pennelli ha creato una locandina della cellula italiana e divulgato in rete video in cui compariva con il volto coperto dalla maschera di un teschio e inneggiava alla pulizia etnica e al nazionalsocialismo. «Non c’è soluzione politica che non necessiti di violenza» diceva; oppure frasi durissime contro i migranti: «Ogni giorno milioni di negri sbarcano a Lampedusa e vengono accolti a braccia aperte». Aveva inoltre condiviso video con minacce alla senatrice Liliana Segre. Su internet ha pubblicato un manifesto, nel quale vengono prese di mira anche le donne e le scuole e si invita ad «abbracciare il fascismo e il nazionalsocialismo». Del resto, nella perquisizione a casa sua, i poliziotti hanno trovato anche i testi su cui si forma un vero suprematista: il Mein Kampf di Hitler e La dottrina del fascismo di Mussolini.
Photo Credits: La Repubblica edizione di Bari