Luogo:
Firenze
Fonte:
La Repubblica edizione di Firenze
Un video rivendica I’attacco al Consolato Usa e minaccia altri raid
“Non siamo Hamas ma siamo con Hamas”. Le indagini. La procura: “Situazione seria”
Firenze si risveglia con l’allerta terrorismo. Se le prime ipotesi sul lancio di molotov contro il Consolato A americano sembravano convergere verso l’azione dimostrativa legata ad ambienti antagonisti fiorentini, una rivendicazione diffusa su Telegram ha fatto alzare il livello di guardia ai massimi livelli. Un video di un minuto e 50 secondi, siglato con la scritta “The whole world is Hamas” (tutto il mondo è Hamas) e l’immagine di un combattente che imbraccia un fucile. Il filmato inizia in modo sinistro, con le immagini del Consolato girate di notte a distanza di 50-100 metri, ed è accompagnato da una voce in arabo (sottotitolata in italiano), che annuncia l’attacco per la notte successiva. «Tra 24 ore cominceremo con la prima operazione “Morte ai sionisti in Europa”», dice la voce fuori campo. Che poi prosegue parlando di un «avvertimento» rivolto all’Italia per il suo sostegno a Israele e Stati Uniti, minacciando una escalation di violenza. Nel pomeriggio, infine, un altro messaggio per annunciare nuove azioni: «Non siamo Hamas, siamo con Hamas», uno dei passaggi centrali. «È già decisa la lista dei primi 50 obiettivi sionisti in Italia da colpire», Le immagini sono state inviate all’account della sede di Firenze della Rai, del programma televisivo Report e del quotidiano on line Firenze Today. Subito sono finite sul tavolo dei vertici dell’antiterrorismo, così come della Dda: la rivendicazione viene considerata attendibile, e pur non trascurando altri scenari le indagini si concentrano proprio su questo fronte. Disposte, per precauzione, misure straordinarie di controllo per gli obiettivi sensibili in tutta Italia. Sul caso il procuratore aggiunto Luca Tescaroli e il sostituto procuratore Lorenzo Destri hanno aperto un fascicolo per il reato di atto di terrorismo con ordigni micidiali o esplosivi, e delegato ai carabinieri una serie di verifiche per ripercorrere gli spostamenti dell’attentatore, una sola persona almeno secondo i primi accertamenti sulle telecamere. L’ipotesi è che non si tratti di un lupo solitario, ma di una persona inserita nella galassia di sigle mobilitate contro Israele e gli Stati Uniti. Su questo si concentra l’attenzione degli investigatori che monitorano siti e gruppi social. Si esaminano anche episodi emersi in precedenza in altre zone d’Italia, spiegano fonti vicine alle indagini, per capire se vi possano essere dei collegamenti. «È una situazione seria che non stiamo sottovalutando — commenta il procuratore di Firenze Filippo Spiezia: — Abbiamo avviato da subito tutti gli accertamenti. Ho informato i colleghi di Eurojust che dispone di un registro giudiziario antiterrorismo e con loro lo scambio di informazione avviene in tempo reale. Una situazione da leggere valutando tutto lo scenario internazionale». L’attacco al consolato sul lungarno è avvenuto giovedì mattina alle 3,30. L’uomo (o la donna), ha agito col volto coperto: si sarebbe nascosto dietro le fioriere che bloccano l’accesso a Corso Italia, dove ha sede il palazzo, per poi scagliare una dopo l’altra le due bottiglie (atterrate sul marciapiede a circa un metro dal bersaglio). Per non essere visto dalla sorveglianza l’attentatore deve aver studiato a lungo l’obiettivo, con diversi sopralluoghi. Particolare che ha suggerito agli inquirenti di estendere il lavoro sulle telecamere anche ai giorni precedenti l’attacco, a caccia del più piccolo dettaglio. Si cerca poi la presenza in zona di eventuali complici. Lo stesso video di rivendicazione viene studiato in modo meticoloso sia dalla polizia postale sia dei Ros dei carabinieri: quelle immagini davanti al Consolato sono state davvero girate la notte del 30 gennaio? E nel caso, l’autore del video è stato ripreso dalle telecamere? Interrogativi cui gli uomini e le donne dell’antiterrorismo cercano ancora risposta, e che rischiano di turbare non poco la comunità fiorentina e non solo.
Si indaga sulle immagini: il sopralluogo sul lungarno e le frasi in arabo
Controlli sulle telecamere, gli investigatori esaminano siti web e le chat
Una cornice verde e all’interno una ripresa di Firenze fatta da Lungarno Amerigo Vespucci. È notte, l’inquadratura si stringe e mostra per alcuni secondi il consolato americano con la bandiere a stelle e strisce issata sulla facciata del palazzo. Inizia così il video di 1 minuto e 50 secondi con cui è stato rivendicato l’attacco alla sede diplomatica statunitense, avvenuto nella notte tra il 31 gennaio e l’1 febbraio. Il filmato è stato girato probabilmente con un cellulare. L’autore sembra essere nascosto dietro una macchina sul lungarno. Mentre indirizza l’immagine verso il consolato, inizia a parlare. La sua voce, maschile, è stata distorta elettronicamente. Parla in lingua araba, come hanno confermato i primi accertamenti tecnici disposti dalla Procura. Nel video scorrono anche i sottotitoli in italiano. «Oggi è il 30 gennaio» inizia a dire l’uomo, ovvero la notte prima del blitz (da confermare però se il video sia stato davvero girato prima dell’attacco). «Tra 24 ore cominceremo, se Dio vuole, con la prima operazione “morte ai sionisti” in Europa. Come avvertimento – prosegue – l’obiettivo è il lancio di due bombe a 10 2 metri dal Consolato Generale degli Usa a Firenze, in Italia. Solo come avvertimento. Tuttavia, se l’Italia e l’Europa continueranno a sostenere i crimini di Israele e Usa, inizieremo con la prima vera operazione. E sappiate che oltre la metà degli obiettivi non sono israeliani o americani». Il filmato è tutto siglato da una frase: “The whole world is Hamas”, ovvero “il mondo intero è Hamas”. Accanto la figura di un soldato inginocchiato e armato di fucile. Nel video, dopo la minaccia di nuovi attacchi, vengono mostrati una serie di articoli di giornali online che riportano delle due molotov lanciate verso il consolato. A questo punto compare una persona. È vestito con una giacca mimetica militare, un cappuccio e una bandana con scritte arabe. Il suo volto è oscurato. Alle spalle ha uno sfondo verde. È minaccioso nel tono e nei contenuti contro Israele: «Ho un messaggio veloce per il governo israeliano e italiano e all’Unione Europea e a tutti i governi sionisti in Europa e nel mondo. Sappiate che per ogni civile palestinese ucciso, si crea un nuovo combattente di Hamas nel mondo». Prima di finire, pronuncia un verso del Corano: «Gloria a Dio, il signore dei mondi per la prima operazione in Europa. In nome di Dio, il clemente, il misericordioso: `Tessono strategie e anche Dio ne tesse, e Dio è il migliore degli strateghi’. E la pace sia sudi voi». Dopo il video, a distanza di alcune ore, l’autore (o gli autori) precisa di non essere Hamas ma «con Hamas e con tutti i combattenti della resistenza». La minaccia prosegue: afferma che ci sarebbero 50 obiettivi sionisti in Italia da colpire. E accusa il Governo italiano di aver «approvato come legittima difesa» i «bombardamenti israeliani sui civili». Parla di propaganda occidentale e dei bambini palestinesi morti nel conflitto. «Da questo momento in avanti – scrive – per ognuna delle prossime 49 operazioni, pubblicheremo un video dettagliato a riguardo, solamente dopo l’avvenimento, indicando il motivo dell’operazione qualora l’obiettivo sionista non fosse americano o israeliano. Nessuna delle 49 operazioni intitolate simbolicamente “morte ai sionisti” prevede morti o feriti come obiettivo originario. Perciò, qualora ci fossero, non sarà stata una nostra scelta». Tutto il materiale è al vaglio di chi indaga per capirne la rilevanza e per risalire agli autori o all’autore. Di Luca Serranò Andrea Vivaldi
Photo Credits: La Repubblica edizione di Firenze