1 Febbraio 2024

Critiche ad alcune prese di posizione della Chiesa sul conflitto in Medio Oriente

VENEZIA – Il rabbino capo: per dialogare serve onestà

Ancora iniziative per la 35esima Giornata del dialogo ebraico-cristiano, incentrata quest’anno sulle possibili interpretazioni della visione profetica del capitolo 37 del libro di Ezechiele. Nei locali della Comunità ebraica di Venezia, in Sala Montefiore, si è svolto un incontro animato dal rabbino capo Alberto Sermoneta, da padre Innocenzo Gargano del monastero di Camaldoli e dal pastore Daniele Garrone, già professore di Antico Testamento alla Facoltà valdese di Teologia di Roma. Criticità da affrontare non mancano, ha rilevato Sermoneta, facendo riferimento ad alcune prese di posizione della Chiesa sul conflitto in Medio Oriente che hanno suscitato allarme. Tra le altre la scelta di Pierbattista Pizzaballa, il cardinale di Gerusalemme, di recarsi alla messa di Natale “esibendo un simbolo come la kefiah”. Oppure l’idea ventilata dal cardinal Gianfranco Ravasi secondo cui lo Stato d’Israele “starebbe cercando non giustizia ma vendetta: un pensiero distorto pronunciato da da chi passa per essere un grande esperto di esegesi biblica”. E ancora la sconcertante vicenda avvenuta nella veneta Marostica, dove un’iniziativa istituzionale ha dato il “bentornato” al culto del Lorenzino fonte per secoli di un’accusa antisemita di omicidio rituale. “Credo nel dialogo, ma per dialogare bisogna essere onesti e dirsi tutto”, ha spiegato Sermoneta. Sala gremita per l’iniziativa, aperta dai saluti del presidente della Comunità ebraica Dario Calimani e della co-presidente della sezione locale dell’Adei-Wizo Manuela Fano, oltre a quelli del pastore Fabio Traversari, attuale presidente del Consiglio Locale delle Chiese Cristiane di Venezia e dalla lettura di un messaggio del patriarca Francesco Moraglia.