Fonte:
La Repubblica
Il caso Nega la Shoah, inchiesta sulla tv libanese che opera in Italia Indagine dell’Agcom sulla rete satellitare accusata anche di “celebrare” il terrore
In Italia è finito sotto inchiesta un canale televisivo che nega l’Olocausto: «Un’immaginazione nata dalla fantasia di bande sioniste», dicono in una serie di programmi mandati a ciclo continuo in mezzo mondo. Una televisione che mitizza i terroristi di Hamas, costruendo servizi che li racconta come eroi. Che inneggia al pogrom del 7 ottobre parlando di «atto di resistenza civile» e che, per allontanarsi dal Medioriente, tratta Putin come eroe e l’Ucraina come un regime nazista. Si tratta del canale libanese Al Mayadeen Tv, una rete satellitare che si rivolge a tutto il mondo arabo ed è da tempo al centro di accuse di antisemitismo. Accuse che il Comitato Denis Diderot – una rete internazionale di accademici, esperti e professionisti del settore audiovisivo nata lo scorso anno proprio per arginare in qualche modo le fake news in tempi di guerra – ha rilanciato in queste ore mettendo insieme una serie di elementi raccolti negli ultimi mesi di guerra e non solo.
La questione è che un pezzo di Al Mayadeen Tv si trova in Italia. Un pezzo cruciale, perché è quello che le consente di rimbalzare in tutto il Medioriente e nella maggior parte dei Paesi europei. Il canale trasmette infatti grazie a due satelliti della Eutelsat, multinazionale francese. Che vengono controllati da due teleporti (i sistemi, per intenderci, che comunicano dal suolo con il satellite) che si trovano in Italia. Così come il Comitato ha potuto ricostruire, quindi, la responsabilità su quello che viene trasmesso è tecnicamente del nostro Paese. A cui però non è stata mai chiesta l’autorizzazione.
Repubblica ha potuto verificare che sull’argomento è stata aperta immediatamente un’inchiesta dell’Agcom: il presidente Giacomo Lasorella ha infatti chiesto alla polizia giudiziaria di verificare l’esatta ubicazione dei teleporti, in modo da confermare quando Eutelsat sostiene. Se verrà confermato, come sembra, che effettivamente si trovano in Italia, e dunque soggetti alle nostre leggi, l’autorità giudiziaria li spegnerà: la legge infatti vieta la trasmissione di programmi discriminatori. O, come in questo caso, che addirittura inneggiano al terrorismo. Tanto più che, come ha spiegato la stessa Agcom, mai alcuna autorizzazione è stata richiesta all’Autorità. In queste ore si sta verificando se una qualche domanda sia stata presentata in altri Paesi europei, ma questo non cambia molto le carte in tavola visto che la normativa che regola il settore nasce proprio a Bruxelles. Detto questo, il caso di Al Mayadeen Tv non è isolato. Nel senso che i nostri servizi di sicurezza stanno monitorando canali Telegram e pagine Facebook che rilanciano contenuti negazionisti e antisemiti. Gli stessi, non per caso, che nell’ultimo anno e mezzo erano diventati i megafoni della propaganda russa di Putin.
di Giuliano Foschini; Alessandro Longo