Fonte:
Il Giorno edizione di Milano
Autore:
Simona Ballatore e Federica Zaniboni
Il caso scuole pro Hamas
Valditara invia gli ispettori
Frasi anti israeliane in alcuni istituti milanesi. II ministero: servirebbe il carcere
MILANO Un carro armato con decine di palestinesi che festeggiano dopo l’attacco a Israele: l’immagine è la stessa, dura il tempo di una story su Instagram e rimbalza dal collettivo a112 dell’Educandato Setti Carraro alla Kurva Manzoni Antifa (che sostiene la squadra del liceo classico Manzoni): il primo ha scritto in calce «La Palestina vive! La resistenza vive!». Il secondo, stando a quanto denuncia il Bet Magazine Mosaico della Comunità Ebraica di Milano, si sarebbe spinto oltre: «Quant’è bello quando brucia Tel Aviv». La traccia sui social non c’è più ma – dai primi accertamenti della polizia – sarebbe opera di uno studente politicizzato del Manzoni, non ancora identificato. La stessa immagine era ancora in evidenza ieri sul profilo del collettivo Severi Correnti. Annuncia «ispezioni nelle scuole» il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara che – dopo aver raccolto la denuncia di una professoressa durante la visita alla Scuola della Comunità Ebraica di Milano – aveva evocato anche «la prigione per i responsabili». «Se questi fatti venissero appurati, i responsabili saranno denunciati alla Procura della Repubblica – scrive poche ore dopo -. Chi ha gioito per azioni che hanno portato a sgozzare bambini e ragazzi, donne e uomini innocenti, solo perché ebrei, deve essere perseguito dalle leggi penali». Lo ribadisce al suo arrivo all’Università Cattolica, dove ha partecipato a un incontro sulle scuole paritarie, dicendosi ancora «scioccato». Agli studenti che inneggiano ad Hamas farebbe «vedere le immagini di quei ragazzi e quelle ragazze che ballavano al rave» per poi chiedere: «Ma tu sai cosa vuol dire antifascismo?». La richiesta di ispezione è già stata inoltrata al responsabile dell’ufficio scolastico regionale. «Noi non ne sappiamo nulla. L’attività didattica è stata regolare e nessuno ha ovviamente inneggiato ad Hamas a scuola – spiega il rettore del Setti Carraro, Giorgio Ragusa -. Il collettivo a112 non rappresenta l’educandato, che è una delle scuole più impegnate anche nel Giorno della Memoria». Prendono «assolutamente le distanze» dal Collettivo politico Manzoni: «La guerra va condannata sempre, in ogni sua forma», pur precisando che «le violenze e i bombardamenti che i palestinesi subiscono da decenni vengono troppo spesso ignorati dalla stampa occidentale». Si scatenano le reazioni politiche. «Se c’è qualcuno che inneggia ad Hamas commette un grave errore e dimostra un’enorme ignoranza nella questione mediorientale. Se a farlo sono studenti, il dovere del ministro non è invocare il carcere, ma capire come il compito della scuola sia soprattutto educare a comprendere questioni così complicate», sottolinea il deputato Pd Matteo Orfini. Gli fa eco il segretario di + Europa Riccardo Magi: «Inneggiare all’attentato di Hamas è ignobile e frutto di mancanza di reale conoscenza, vale lo stesso per chi tra quei ragazzi tifa per la Russia di Putin contro l’Ucraina», ma «è fuori luogo la proposta di Valditara di sbattere in galera dei ragazzini». A chiudere la giornata, il collettivo Gentileschi, che al carro armato preferisce la foto di un abbraccio tra un bimbo con la kefiah e uno con la kippàh.