Fonte:
moked.it
Chi piange e chi festeggia
La vicinanza nei confronti d’Israele è stata espressa, in alcune città d’Europa con gesti simbolici forti: dalla Tour Eiffel a luci spente, alla porta di Brandeburgo illuminata con i colori bianco e blu e al centro una grande bandiera dello Stato ebraico. Iniziative analoghe si sono registrate anche in Italia, dove l’edificio istituzionale più significativo ad accendersi per Israele è stato Palazzo Chigi. Numerose amministrazioni regionali e comunali hanno scelto la stessa strada, portando il loro sostegno sulle facciate dei palazzi pubblici e accompagnando tali iniziative con dichiarazioni di sostegno e cordoglio. “Siamo sinceramente vicini al lutto delle famiglie delle vittime e auguriamo ai numerosi feriti un pronto e completo ristabilimento”, ha dichiarato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato al suo omologo israeliano Isaac Herzog. Con l’occasione il Capo dello Stato ha ribadito “la più ferma e convinta condanna di questo proditorio attacco, che attenta alla sicurezza di Israele e allontana la prospettiva di una pace duratura, da tutti auspicata e avvertita come necessaria, tra israeliani e palestinesi”. Solidarietà anche dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, tornata sull’argomento quest’oggi, nell’anniversario dell’attentato palestinese al Tempio Maggiore di Roma del 9 ottobre 1982: “Oggi più che mai, dopo i fatti orribili e barbari che stanno avvenendo in Israele, il governo esprime la sua vicinanza e la sua solidarietà al popolo d’Israele e alle comunità ebraiche italiane”. In una comunicazione rivolta alla presidente Ucei Noemi Di Segni, la comunità sinti assicura piena vicinanza ed esprime il convincimento che il mondo ebraico saprà affrontare questa difficile situazione “con la forza e la determinazione che la contraddistinguono”.
Atre iniziative dii solidarietà verso Israele sono partite in tutta l’Italia ebraica, con momenti di preghiera nelle sinagoghe, l’organizzazione di sit-in, campagne di sensibilizzazione. “Assistiamo sgomenti agli accadimenti di questi giorni in Israele. Questo ci fa sentire inermi e rende indispensabile un’azione rapida e collettiva”, informa la Comunità ebraica di Roma nel dare avvio a una raccolta per aiutare i civili. Partecipa “con profonda angoscia al terribile dramma che sta vivendo il popolo israeliano, oggetto di esecrabili assassini di civili inermi e di rapimenti di anziani, donne, giovani e bambini”, tra le altre, anche la Comunità di Torino. Il pensiero, sottolinea quella di Verona, “va ai nostri fratelli, ai nostri parenti e amici in Israele e ai soldati dell’IDF che sono chiamati a proteggere lo Stato d’Israele, unica democrazia del Medio Oriente”. Questa sera, rende noto la Comunità di Ferrara, la sinagoga sarà aperta “per pregare insieme per la pace, la solidarietà al popolo di Israele e per la salvezza degli ostaggi”.
Mentre vari edifici si illuminavano in segno di sostegno a Israele, c’è stato chi è sceso nelle strade a festeggiare il massacro di oltre 700 esseri umani per mano dei criminali di Hamas. Da New York a Londra, le cronache registrano scene di giubilo tra simpatizzanti della causa palestinese nei quartieri ad alta densità araba, con celebrazioni euforiche sulla falsariga di quelle tenutesi a Gaza. Osserva al riguardo Ali Ertan Toprak, il presidente dei curdi di Germania: “Le notizie e le immagini inquietanti che abbiamo visto rendono evidente il fatto che nella Striscia di Gaza, che è fortemente sovvenzionata dall’Unione Europea, Hamas e il terrorismo sono i principali beneficiari di tale sostegno”.
Così il presidente della Coreis italiana Abu Bakr Moretta e l’imam Yahya Pallavicini in una nota congiunta, inviata alla presidente UCEI Di Segni e al presidente dell’Assemblea rabbinica italiana Alfonso Arbib: “Da cittadini italiani e credenti nel Dio Unico di Abramo rinnoviamo il nostro orrore rispetto al sacrilegio dello shabbat e alla violenza omicida della sacralità della vita di ogni essere umano, militari compresi, ma soprattutto contro anziani, donne, bambini e le famiglie innocenti che vivono e pregano da ebrei, cristiani e musulmani in Israele”.