Fonte:
HaTikwa
Autore:
Luca Spizzichino
La European Union of Jewish Students (EUJS), associazione che rappresenta gli oltre 160mila studenti ebrei del continente, e Hate Aid, organizzazione che contrasta l’incitamento all’odio, hanno fatto causa a Twitter. L’esito del contenzioso stabilirà se la piattaforma abbia o meno l’obbligo contrattuale nei confronti dei suoi utenti, ai sensi dei suoi termini di servizio, di rimuovere i Tweet antisemiti, inclusa la banalizzazione e la negazione della Shoah.
“Quando gli utenti creano un account su Twitter, accettano i Termini e condizioni generali dell’azienda, che includono anche politiche esplicite contro comportamenti abusivi e odiosi. Twitter si vanta di non tollerare contenuti antisemiti come la negazione della Shoah. Ma la realtà è diversa. Twitter dà libero sfogo all’antisemitismo sulla sua piattaforma. I contenuti esplicitamente illegali rimangono online nonostante siano stati segnalati a Twitter”, spiegano le due associazioni.
La denuncia, intentata presso un tribunale di Berlino, fa riferimento a sei post antisemiti che non sono stati cancellati nonostante fossero stati denunciati. La segnalazione di uno di questi tweet che negava la Shoah è stata esplicitamente respinta. In Germania negare quanto accaduto durante la Seconda Guerra Mondiale è un reato. Tutti gli esempi citati sono stati pubblicati negli ultimi tre mesi, dopo che il colosso dei social media è stato acquisito da Elon Musk.
“È ovvio che Twitter non cancella in modo affidabile le dichiarazioni criminali e persino la negazione dell’Olocausto. Ora vogliamo chiarire se la società sta violando i propri termini e condizioni”, ha dichiarato Josephine Ballon, l’avvocato a capo dell’organizzazione Hate Aid.
“Ciò che inizia online non finisce online”, ha affermato Avital Grinberg, presidente dell’EUJS. “La fiducia degli studenti ebrei nei social network è stata infranta. Non vogliamo più essere esposti a questo odio. Consentendo la distribuzione di contenuti odiosi, la società non riesce a proteggere gli utenti e in particolare i giovani ebrei”.
“Twitter ha ripetutamente fallito nel dimostrare ai suoi utenti che possono avere un’esperienza utente sicura sulla loro piattaforma, libera da odio, incitamento all’aggressione e alla sedizione – sottolineano le due associazioni – Questo rivoluzionario caso giudiziario ha la possibilità di creare un precedente per altre minoranze e gruppi emarginati che subiscono quotidianamente abusi online. Questa non è una questione esclusivamente ebraica, ma una questione sociale più ampia”.