20 Aprile 2022

Intervento della Presidente UCEI Noemi Di Segni per il 25 aprile

Fonte:

Moked.it

Autore:

Noemi Di Segni

25 Aprile: valori da difendere, coerenza da affermare

La Festa della Liberazione, cui ci avviciniamo anche quest’anno tra molte tensioni e sbandate ideologiche, è una delle date più importanti del nostro calendario civile. Non un appuntamento generico per l’affermazione di sentimenti e valori astratti, ma il giorno in cui l’Italia festeggia la liberazione dal nazifascismo grazie all’impegno congiunto di partigiani e forze alleate. Questo è il solo tema attorno al quale va definita in modo coerente ogni questione circa i contenuti da proporre, le bandiere da sventolare, i partecipanti da coinvolgere.

Il 25 Aprile celebriamo gli eroi della rinascita e ripartenza dopo vent’anni di spietata dittatura. Tra cui non pochi ebrei che scelsero la lotta partigiana nonostante la persecuzione, lo sterminio e lo stigma di “nemici” affibbiato loro dal fascismo. Tra quanti si spesero per questo traguardo ci furono anche i volontari della Brigata Ebraica, accorsi in migliaia dall’allora Palestina mandataria, con una propria bandiera che avrebbe poi ispirato quella del nascente Stato di Israele e il cui contributo è stato riconosciuto dalle più alte sedi istituzionali attraverso il conferimento della medaglia d’oro al merito militare. Una volta finita la guerra, si distinsero inoltre nella ricostruzione e nella rivitalizzazione di comunità ebraiche devastate dalla Shoah.

Il 25 Aprile non festeggiamo soltanto un lieto evento ma siamo anche chiamati a dare forma alla nostra identità moderna di cittadini assumendoci una responsabilità. Ricordando ad esempio che, per proteggere libertà e valori di vita e convivenza, fu necessario partecipare a una difesa armata. Un fronte contrapposto a quello di chi decise fino all’ultimo di propugnare discriminazioni e portare morte e violenza nel mondo intero. Siamo lontani dall’acquisire pienamente questa consapevolezza: è necessario infatti ancora un lavoro serrato di educazione e cultura che non avviene un giorno l’anno nella spensieratezza dell’evento, ma deve essere fatto con un preciso percorso di studi, specialmente nelle scuole.

In tal senso la celebrazione è un aspetto formale. Mentre la memoria delle battaglie, ossia il significato della libertà, va compreso ogni giorno e mai dato per scontato. Per questo accostamenti o strumentalizzazioni di ogni sorta vanno rigorosamente evitati, mentre i valori difesi allora e nuovamente minacciati oggi vanno ribaditi con fermezza. Anche pensando all’ormai rituale demonizzazione di Israele in molte piazze del 25 Aprile segnate dalla presenza di gruppi di sostegno alla causa palestinese che, con la legittimazione di chi organizza, accampano rivendicazioni che nulla hanno a che fare con questa ricorrenza. Un tema costantemente posto all’attenzione istituzionale e per il quale torniamo a chiedere, anche quest’anno, massima vigilanza e coerenza.

Coerenza che pretendiamo anche in merito alla linea da tenere sull’aggressione russa ai danni dell’Ucraina. I massacri che si stanno compiendo in ogni sede e l’ordine supremo di devastare ogni principio di sovranità nazionale e libertà politica riconosciute da anni a livello internazionale, non possono essere vissuti in modo distaccato o con equidistanza da nessuno di noi, né limitarsi a una tutela dei danni macroeconomici. Si tratta ancora una volta di scegliere la difesa della vita e delle libertà democratiche faticosamente consolidate dopo la seconda guerra mondiale. Una difesa serrata, nel nome dell’unità europea e della solidarietà nell’accoglienza, che non può essere fatta solo di parole, concetti astratti, diplomazia e comunicazione. E in ogni caso, non con le parole che abbiamo talvolta ascoltato sgomenti in questi giorni.

(Nell’immagine: i gonfaloni di UCEI e Brigata Ebraica durante un corteo del 25 Aprile a Milano)