Fonte:
Il Mattino
Autore:
Massimo Introvigne
Kirill, il Patriarca ortodosso convinto che Putin punisca i peccati degli Occidentali
Dall’attacco al Gay Pride al carcere per i testimoni di Geova: reazioni scomposte al calo dei fedeli
Ha colpito e scandalizzato molti il terribile sermone pronunciato dal Patriarca Kirill, la massima autorità della Chiesa Ortodossa Russa, nella cattedrale moscovita di Cristo Salvatore i16 marzo, che per gli ortodossi è la Domenica del Perdono. Il Patriarca ha benedetto l’aggressione di Putin, presentandola come “guerra metafisica” contro un Occidente venduto all’edonismo e all’immoralità, il cui simbolo, ha detto, è il Gay Pride. Ho incontrato personalmente il Patriarca Kirill due volte, quando ero Rappresentante dell’Osce (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) per la lotta al razzismo, alla xenofobia e all’intolleranza religiosa e subito dopo, e ho incontrato più spesso il suo più diretto collaboratore, il Metropolita Hilarion, che ha un ruolo paragonabile a quello del Segretario di Stato in Vaticano. Hilarion ha – o aveva, con la guerra stanno cambiando molte cose – un atteggiamento più aperto e dialogico nei confronti della cultura occidentale, e proprio per questo è stato oggetto di attacchi in Russia da parte degli ambienti più conservatori. Ma anche Kirill non è un ignorante – è un ex professore di teologia dogmatica – e a lungo non è stato percepito come un fanatico. Al contrario, è stato criticato anche lui da una frangia ultraconservatrice per i suoi incontri cordiali con Benedetto XVI e Papa Francesco, che agli occhi degli ortodossi più estremisti rappresentano una Chiesa che considerano eretica. Anche dopo il mio mandato all’Osce, Kirill e Hilarion mi hanno fatto invitare diverse volte a Mosca per discutere di un problema che sta loro a cuore e che fa da sfondo alle prese di posizione di questi giorni: il progressivo distacco di molti russi, specialmente nelle generazioni più giovani, dalla Chiesa Ortodossa. Certo, nei sondaggi poco meno dell’ottanta per cento dei russi continua a dichiararsi ortodosso, ma il numero di coloro che mantengono qualche contatto con la Chiesa diminuisce a vista d’occhio. Per questo problema, anche all’interno della Chiesa Ortodossa Russa, sono offerte due soluzioni. La prima parte dall’idea che il modello di “Chiesa di Stato” appiattita per definizione sulle posizioni di chi governa, dunque oggi di Putin, non sia più attraente neppure per molti russi e che la Chiesa Ortodossa Russa debba svecchiare e adattare le sue strutture. La seconda attribuisce invece i problemi della Chiesa Ortodossa Russa ad una aggressione dell’Occidente che, nel tentativo di distruggere la Russia, diffonde edonismo e immoralità e organizza l’espansione nella Federazione Russa di religioni “straniere”, dai pentecostali ai Testimoni di Geova. Molti studiosi, anche russi e ortodossi, ritengono che la prima analisi sia quella più credibile. Kirill, tuttavia, dopo avere esitato per qualche anno, ha abbracciato la seconda, certamente più consolante per i vescovi ortodossi: la Chiesa di Mosca non perde fedeli per colpa dei suoi errori, ma per un’aggressione straniera. Più questa analisi ha prevalso, più Kirill si è legato a filo triplo a Putin, con cui ha concluso un patto non scritto. Da una parte, Kirill garantisce a Putin il sostegno incondizionato della Chiesa Ortodossa che, per quanto indebolita, è ancora in grado di organizzare il consenso per il regime, soprattutto nelle aree rurali. Dall’altra, Putin garantisce a Kirill protezione contro la concorrenza di altre religioni attraverso misure come la repressione tramite apposite leggi del proselitismo da parte di qualunque religione che tenti di convertire fedeli ortodossi. Religioni come l’Islam, il buddhismo, l’ebraismo (e anche la piccola comunità cattolica) hanno diritto di esistere in Russia finché si rivolgono a minoranze non russe, ma se predicano la loro fede a cittadini ortodossi commettono reato. Il problema è che tali misure non hanno aggirato l’emorragia di fedeli ortodossi. Mettere in prigione i Testimoni di Geova non riporta i giovani nelle chiese ortodosse. Uno degli ultimi provvedimenti consiste nel vietare o falsificare le statistiche, ma la realtà è ben nota a Kirill e ai vescovi. La risposta è un atteggiamento più cupo e apocalittico, che accusa l’Occidente di attentare alla “sicurezza spirituale” della Russia non solo – e forse non tanto – diffondendo altre religioni ma corrompendo i giovani con le sue idee di democrazia e diritti umani, il cui simbolo – come ha detto il Patriarca – è la “falsa libertà” lasciata agli omosessuali di manifestare nei Gay Pride. Ad altri può sembrare un dettaglio, ma per il Patriarca il Gay Pride ha un significato apocalittico perché offende direttamente Dio. La Chiesa Ortodossa, ha detto Kirill, non odia il peccatore ma lo abbandona a Dio. Nel sermone ci sono l’esaltazione dei soldati che «stanno combattendo e versando sangue» e l’esortazione a stare «dalla parte di Dio, della Sua verità e dei Divini Comandamenti», il che suggerisce che Dio amministri il suo castigo tramite Putin e l’armata russa.
I VALORI
I cattolici italiani contrari al matrimonio omosessuale e agli aspetti che giudicano illiberali delle leggi sull’omofobia che fossero tentati di applaudire il Patriarca dovrebbero capire che non sta affermando i loro valori, li sta manipolando e mettendo al servizio di chi bombarda i civili e uccide anche i bambini, azioni che per un cristiano davvero offendono Dio. A un certo punto il sermone di Kirill abbandona ogni logica e diventa pura propaganda. Se Dio è offeso dai Gay Pride, perché dovrebbe essere più offeso in Ucraina – un Paese dove il Parlamento ha bocciato ogni proposta di introdurre il matrimonio o le unioni civili fra persone dello stesso sesso – che altrove? Per il credente Dio è in ogni luogo, e se volesse fermare i Gay Pride l’armata di Putin, prima che su Kiev, dovrebbe marciare su Berlino, Roma, Parigi, per non parlare di New York o di Los Angeles. Proprio qui sta l’aspetto più inquietante della deriva apocalittica di Kirill. La teologia dello scontro finale tra Bene e Male è pronta a giustificare anche l’attacco nucleare contro l’Occidente malvagio e corrotto.