Fonte:
La Stampa edizione di Torino
Autore:
Leonardo Di Paco, Irene Famà
L’Università di Torino prende le distanze dal giurista che invita alla resistenza contro il “regime draghista” e le disposizioni anti-contagio
In procura un fascicolo con 15 indagati, tra cui il leader “No Pass” Marco Liccione
«Le parole pronunciate da Ugo Mattei esprimono con ogni evidenza una posizione personale e non rappresentano in alcun modo il sentire comune diffuso nella comunità universitaria». L’Università di Torino prende le distanze dal giurista Ugo Mattei, docente ordinario che arringa il popolo “No Pass”. E sabato, in solitaria, dal palco in piazza Castello durante l’ennesimo presidio, annuncia la nascita di un «Comitato di liberazione nazionale» contro il «regime draghista» e le «leggi draghistissime» e invita alla resistenza contro il nuovo “dispotismo”. «Dedico questa piccola lezione ai miei studenti che probabilmente non vedrò più», dice. Si paragona ai docenti che nel 1931 si rifiutarono di giurare al fascismo: «Farò quello che hanno fatto loro. Non giurerò al Green Pass». Per ora è in anno sabbatico, iniziato prima dell’introduzione del documento vaccinale. Immediata la reazione dell’Anpi Torino: «Indecente e inaccettabile la strumentalizzazione della Resistenza». UniTo «ringrazia chi, con dedizione e sacrificio, consente di governare l’incertezza di questi tempi e di affrontare concretamente le criticità che abbiamo di fronte, nel pieno rispetto delle regole e dei principi di legittimità scientifica». E relega le dichiarazioni di Mattei a «posizioni personali». In Ateneo, però, sono in tanti a chiedere una risposta più netta. Del “no” alle disposizioni governative per arginare i contagi, Mattei ne ha fatto una bandiera sin dall’inizio. Della pandemia? No, della sua campagna elettorale. Candidato sindaco alle amministrative con una lista civica, compare in piazza per la prima volta nel marzo 2021. Quando si discuteva delle chiusure e delle mascherine. «La libertà di opinione è sacrosanta ed è un diritto anche credere in stupidaggini» diceva. C’era poi stato il camper per la pubblicità elettorale con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro della Salute Roberto Speranza e il premier Mario Draghi rappresentati dietro le sbarre di una prigione. I voti racimolati, comunque, sono stati pochi. Nelle scorse settimane ha fondato la “Commissione dubbi e precauzione”. L’altro giorno la sua “lezione” al popolo No Pass. In molti, sotto il palco, erano senza mascherina. «E una museruola» dicono. Gli agenti della Digos, coordinati dal dirigente Carlo Ambra, hanno identificato 75 persone che verranno sanzionate per violazione delle norme anti-contagio. Multe anche per una decina di “No Pass” che ieri pomeriggio hanno organizzato un flash mob in via Lagrange. Anche qui niente mascherina e nessun distanziamento. Anche qui accuse al premier, al presidente della Regione Alberto Cirio e al sindaco Stefano Lo Russo: «Favoriscono la dittatura dei potentati economici finanziari e farmaceutici». Le iniziative sono al vaglio della Digos. E in Procura è stato aperto un fascicolo con una quindicina di indagati, tra cui diversi leader “no Pass” come Marco Liccione, per aver organizzato cortei vietati dai decreti anti-contagio e per istigazione a disobbedire alle leggi dello Stato.
Photo Credits: La Stampa