15 Maggio 2021

Antisemitismo in Germania

Fonte:

Italia Oggi

Autore:

Roberto Giardina

Caccia agli ebrei in Germania Ne parlano i giornali. La tv pubblica invece sta zitta

La polizia protegge le sinagoghe e i locali ebraici. Si bruciano le bandiere di Israele

Berlino Il telegiornale dello Zdf, il secondo canale pubblico, giovedì sera ha aperto sugli avvenimenti in Israele. Un servizio obiettivo, con commenti dalla redazione e gli interventi del corrispondente da Tel Aviv. La reazione israeliana su Gaza non è stata definita una vendetta sulla popolazione, come spesso si legge, spiegando che Hamas si serve dei civili come scudi umani. Ma il telegiornale non ha parlato di quanto sta avvenendo nelle città tedesca, la polizia deve proteggere le sinagoghe, i locali degli ebrei, e le librerie, si bruciano le bandiere di Israele, gli ebrei non si fanno riconoscere per strada. Ma in una metropoli come Berlino, dove non esistono ghetti, e ogni quartiere è come una piccola città dove tutte le etnie si mischiano, gli ebrei sono conosciuti dai loro vicini. Meglio, per prudenza, rimanere comunque in casa, rinunciare alle uscite consentite dal lockdown. A Brema, in 1.500 hanno dimostrato contro Israele al grido di «Allahu akbar, Dio è grande». Sventolando bandiere turche. La polizia a Hannover ha disperso 600 manifestanti. A Solingen è stata bruciata una bandiera israeliana innalzata mercoledì sul municipio. A Berlino hanno rubato una bandiera israeliana che sventolava su una sede della Cdu, il partito cristianodemocratico. A Bonn un gruppo di giovani ha lanciato pietre contro la sinagoga. «Spesso le autorità fingono di non vedere, per paura, o nel timore di essere accusati di razzismo nei confronti di profughi musulmani. Non si può essere tolleranti», scrive la Bild. A Hagen, in Nord Renania Westfalia, hanno tolto per prudenza dal municipio la bandiera di Israele, «non un buon segnale per la democrazia», critica nell’edizione online il settimanale Focus. Al telegiornale neppure una parola. Forse perché si sarebbe stati costretti a mostrare dei filmati, e sarebbe stato evidente chi protesta. In gran parte arabi e turchi, appoggiati da pochi estremisti tedeschi di estrema destra. Ma questa è una mia supposizione, e non ho visto tutte le edizioni dei telegiornali su tutte le reti. Le notizie si trovano sui quotidiani nazionali. «Ci sono due fronti, uno in Israele, l’altro in Germania», scrive Die Welt. Si può criticare la reazione di Israele, scrive il quotidiano, ma non si vede come possano essere ritenuti responsabili l’anziano ebreo russo che è venuto a vivere in Germania, o una bambina ebrea di cinque anni. «Questo è solo antisemitismo», conclude Die Welt. Un commento ovvio. Anche la popolare Bild Zeitung pone tra le prime notizie quanto avviene a Francoforte, a Monaco, o altrove. I manifestanti anti Israele, si legge sulla Frankfurter Allgemeine e sulla Süddeutsche Zeitung sventolano bandiere algerine, o turche, o marocchine. Eppure, nota il quotidiano di Francoforte, i paesi arabi sono molto tiepidi nel sostenere i palestinesi. Il governo tedesco è preoccupato ma solidale con Israele, come dichiara il ministro degli esteri, il socialdemocratico Heiko Maas. Il presidente della Repubblica Steinmeier già in passato aveva ribadito: «Chi è antisemita non può venire a vivere in Germania». L’antisemitismo è tomato a manifestarsi con violenza da anni, dopo l’arrivo in pochi mesi dei profughi, oltre un milione in pochi mesi, dal settembre 2015. In difficoltà sono i verdi. La candidata alla Cancelleria Annalena Baerbock ha preferito condannare la «spirale di violenza», senza prendere apertamente posizione. Dopo il voto del 26 settembre potrebbe diventare Cancelliera, o di sicuro ministro degli esteri, e non potrà più rimanere nel vago. Il suo partito è diviso. L’eroina del movimento, la diciottenne Greta, ha condiviso le posizioni antisraeliane senza neanche accennare ai quasi duemila razzi scagliati da Hamas su Israele.