Fonte:
Il Messaggero
Autore:
Valentina Errante
Avanguardia nazionale nel palazzo occupato: sei estremisti indagati
Indagine della Digos sull’associazione “Socialis”: spunta l’archivio di Delle Chiaie. Tra i coinvolti il 72enne Nardulli
L’INCHIESTA Dalla sede delle associazioni, a due passi da Cinecittà, in un immobile occupato di proprietà del Comune di Roma, gli uomini della Digos hanno portato via un’enorme quantità di scatoloni. È l’archivio di Stefano delle Chiale, il neo fascista, fondatore di Avanguardia nazionale, morto a Roma nel settembre di due anni fa. E tanto basta per il pm Eugenio Albamonte, che indaga sulla “rifondazione” dell’organizzazione sciolta negli anni Settanta sulla base della legge Scelba, a confermare i sospetti che avevano portato alla perquisizione: l’associazione culturale “Socialis” e la “Comunità politica di Avanguardia”, sarebbero la prosecuzione del gruppo golpista, e avrebbero messo in atto un’attività di reclutamento, proselitismo e raccolta fondi. Sono sei gli indagati nell’inchiesta per associazione sovversiva e propaganda e istigazione all’odio razziale sulla quale lavora Albamonte. Tra loro c’è anche un “vecchio” di Avanguardia Vincenzo Nardulli, 72 anni.
LA PERQUISIZIONE In base alle verifiche della Digos, Nardulli risulta legato «all’associazione culturale “Socialis” che, congiuntamente alla sigla “Comunità Politica di Avanguardia”, raccoglie l’eredità politica di Avanguardia Nazionale, acquisendone gli scopi e le strategie politiche con valori, già propagandati dal primo movimento, che esplicitamente si richiama all’ideologia nazi-fascista e alla supremazia razziale, etnica e religiosa». Si legge nel decreto di perquisizione: «L’associazione Socialis e la Comunità Politica di Avanguardia configurerebbero la prosecuzione, sotto nuove denominazioni del medesimo soggetto politico, che attualmente sta svolgendo una serrata attività di reclutamento e formazione ideologica di nuove leve». Dalle indagini è emerso che l’associazione Socialis «oltre a svolgere attività di finanziamento del movimento politico, dispone di una sede a Roma – si legge ancora nel decreto – collocata all’interno di un immobile, abusivamente occupato e di proprietà del Comune».
I DOCUMENTI I sospetti della procura avrebbero trovato conferma. Si leggeva nel decreto che nella sede «sarebbe stata raccolta una significativa quantità di documenti utili a ricostruire la struttura, l’organizzazione e la finalità del movimento politico. Parte di questo materiale risalirebbe alla vecchia e ormai disciolta denominazione di Avanguardia Nazionale e del suo fondatore, Stefano Delle Chiale, che, in vita, aveva il suo studio presso il medesimo immobile». E infatti negli scatoloni portati via dalla Digos ci sarebbe l’intero archivio di Delle Chiale, anche molti manoscritti. Documenti che adesso saranno esaminati e catalogati e che potrebbero fare luce su molti episodi della strategia della tensione rimasti oscuri.11 nome di Delle Ghiaie è comparso negli atti delle inchieste sul golpe Borghese, sulla strage di piazza Fontana e della stazione di Bologna A smentire la ricostituzione dell’organizzazione è invece Adriano Tilgher che, nel 1960, era tra i fondatori: «Escludo categoricamente che ci possa egre la volontà da parte di qualcuno di ricreare Avanguardia Nazionale o qualcosa di simile. – dice – Non esistono né i tempi, né i presupposti per farlo. Il movimento l’ho sciolto io, personalmente ben 45 anni fa, primo che lo sciogliesse la presidenza del Consiglio. Non esiste nessuna rivendicazione di Avanguardia, nessuno la può mettere in atto».
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