Fonte:
Segnalazione CE, Il Mattino di Padova
Presenta il libro con Limerick attacco antisemita a Servadio
È successo ieri durante la conferenza che si teneva sulla piattaforma Zoom Il bombardamento di insulti ha costretto gli organizzatori a sospendere tutto
Rutti, insulti, bestemmie, fino a gravi ingiurie antisemite: «Ebrei al rogo», «ebrei di merda». Voci di ragazzi giovanissimi hanno interrotto la presentazione del romanzo “Giudei” di Gaia Servadio, autrice padovana, giornalista, saggista e pittrice che vive a Londra dal 1956. La scrittrice è stata insignita del titolo di Cavaliere Ufficiale della Repubblica dal presidente Sandro Pertini e nel 2013 Commendatore al merito della Repubblica Italiana. Il suo ultimo libro, edito da Bompiani, è la storia di due famiglie ebree cullate dalle note dell’Opera. Sullo sfondo di Verdi e Puccini le rocambolesche vicissitudini di due cugini che rincorrono la poesia degli spartiti perché la musica è una grande protagonista del romanzo, dell’anima ebraica e della scrittrice. Finché le voci dei ragazzi non hanno interrotto l’incontro su Zoom, prima disturbando, poi offendendo.
A sponsorizzare la chiacchierata della giornalista Sara Zanferrari con la Servadio, organizzata dalla rivista Carta Vetrata, sono state le libraie della libreria Limerick dell’Arcella. Le prime incursioni al minuti 26 e 49 secondi, il tempo di rendersi conto che si trattava di un attacco hacker e l’organizzatore, l’editore Alberto Gaffi, al minuto 30, ha interrotto l’incontro. «Mi ha contattato subito la Digos di Venezia», riferisce l’editore, «per tranquillizzarmi che gli autori sono dei ragazzi di Bergamo, già attenzionati. Non abbiamo ancora sporto denuncia, ma lo faremo, credo sia un dovere per non banalizzare il male che questi ragazzi hanno compiuto. Non sono sicuro che ne siano perfettamente consapevoli, ma resta il fatto che ingiuriare una persona e un intero popolo, alimentando odio, non è giustificabile. Abbiamo oscurato subito la pagina Zoom per non dare ulteriore possibilità di offendere».
Non è la prima volta che la Servadio viene presa di mira: «Purtroppo è già accaduto, ad altre presentazioni virtuali, anche in Inghilterra», continua Gaffi. «Per questo ripeteremo la presentazione a breve, ma a porte chiuse, comunicando i codici di accesso all’ultimo momento e con maggiore prudenza». L’aggressione verbale ha turbato molti partecipanti, a cominciare dalle due giovani libraie dell’Arcella: «La nostra era solo una collaborazione», riferisce Grazia Raimondo. «Non eravamo le dirette organizzatrici, ma gli interventi audio violenti e le vaghe minacce in chat a contenuto antisemita sono stati agghiaccianti. Purtroppo gli zoombombing antisemita accadono spesso, così come quelli sessisti che prendono di mira le donne. Il contatto è stato interrotto subito per evitare che andassero avanti, ma viverlo è stato cruento. Umanamente quello che ci ha impressionate di più è la reazione della scrittrice: dispiaciuta ma abituata a questo fenomeno. È desolante». Ancora di più perché l’attacco è avvenuto nello stesso giorno in cui la polizia postale ha individuato due degli aggressori virtuali della senatrice Liliana Segre, insultata e minacciata il giorno in cui si è vaccinata. «Questa è stata una banale coincidenza», commenta la giornalista Zanferrari. «Non credo che ci sia nessun collegamento. Quella della Servadio è una delle famiglie ebree più antiche della nostra città, il suo romanzo è meraviglioso, lei scrive in una maniera straordinaria e non meritava di essere interrotta così barbaramente. Doveva essere un salotto di chiacchiere e si è trasformato in un’indegna aggressione. Sono fenomeni che non dobbiamo accettare, ai quali non bisogna abituarsi, e dei quali prendere coscienza»
di Elvira Scigliano