Fonte:
Moked.it
“Lotta all’antisemitismo, la nostra strategia nazionale per lasciare un segno”
“Solo attraverso una profonda comprensione di quanto avvenne allora è possibile oggi cogliere l’antisemitismo e il razzismo nelle sue forme mutevoli, per prevenirlo, contrastarlo e monitorarlo in modo più efficace”.
È uno dei principi che hanno portato alla stesura di una strategia nazionale a cura della professoressa Milena Santerini con il contributo della task force che da qualche mese la affianca nel suo impegno di coordinatrice contro l’antisemitismo.
Presentata a Palazzo Chigi in occasione del Giorno della Memoria, la strategia ha come proprio cardine la definizione di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Alliance ed è caratterizzata da una serie di raccomandazioni che le istituzioni italiane, ha dichiarato Santerini, “vengono invitate ad adottare e applicare per contrastare i sempre più frequenti fenomeni di intolleranza e antisemitismo: atti di violenza, minacce, svastiche sui muri, linguaggio d’odio sul web, pregiudizio normalizzato nella vita quotidiana”.
Un tema sul quale la coordinatrice nazionale si confronta anche sul numero di febbraio del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche in distribuzione.
“La strategia nazionale – spiega Santerini – rappresenta un salto di qualità notevole rispetto a quanto fatto finora nella lotta all’antisemitismo. È un’azione molto più stringente, anche nel rapporto con i singoli ministeri con cui andremo ad interfacciarci. A ciascuno possiamo adesso rivolgerci con raccomandazioni ad hoc, formulando richieste ben precise che sono frutto di un percorso, di un’elaborazione a monte”.
Un’iniziativa che, prosegue, “porta l’Italia a uno stadio molto avanzato nel panorama europeo, dove è già protagonista”.
Le forme di antisemitismo presenti nella società italiane sono state suddivise in varie categorie: da quello plurisecolare di matrice religiosa a quello rappresentato dai nostalgici del nazifascismo, dai deliri complottisti esasperati dalla pandemia in corso alla negazione del diritto di esistere allo Stato di Israele. “A breve – racconta Santerini – inizierà il lavoro sul campo. Quello che ci permetterà ad esempio di chiedere di investire su specifici aspetti di formazione, di suggerire modifiche di leggi al Parlamento, di inviare segnalazioni circostanziate al mondo dello sport, come a quello dell’università e della pubblica amministrazione”. A tutti questi soggetti “chiederemo di tener conto del fatto che l’antisemitismo non è qualcosa di stagnante, che resta sempre uguale a se stesso nel tempo; è anzi in costante evoluzione, un morbo che va a insinuarsi contaminandole nelle varie pieghe della nostra società”.