Fonte:
Corriere Fiorentino
Siena, nella chat dei ragazzini bambini abusati e inni a Hitler
Dodici indagati, hanno tra i 13 e i 17 anni. «Sono figli di famiglie normali»
SIENA Condividevano immagini e filmati con bambini anche in tenerissima età, costretti a subire e compiere atti di natura sessuale disumani, oltre a immagini inneggianti a dittature sanguinarie e stragiste con immagini di Adolf Hitler, dei simboli del nazi-fascismo e del terrorismo di matrice islamista. Ecco perché ieri mattina i carabinieri del Nucleo investigativo, coordinati dal procuratore minorile di Firenze Antonio Sangermano, hanno perquisito dodici indagati. Quasi tutti minorenni, studenti che vanno dai 13 ai 17 anni. Tra di loro anche uno studente di 18 anni che vive a Firenze: nella sua abitazione i carabinieri hanno sequestrato un cellulare e un tablet. Gli altri indagati vivono tra Piemonte, Lombardia, Veneto e Campania. II materiale è stato scambiato su Whatsapp dal sedicente «Gruppo Utistico». All’interno del gruppo c’era anche minorenni e alcuni maggiorenni, residenti in varie regioni. A scoprirlo i carabinieri di Siena che hanno continuato a indagare dopo che scoprirono la chat degli orrori denominata «the Shoah party» nell’aprile 2019. Questa nuova operazione ne costituisce il prosieguo e non è ancora terminata. Dall’analisi del materiale pubblicato in condivisione nella chat del gruppo e scaricato dal dark e dal deep web, sono scattate altre perquisizioni e sequestri di supporti informatici. Che sono nate dopo l’analisi della chat scoperta nell’indagine del 2019, anch’essa legata a contenuti pedopornografici e di odio razziale. L’amministratore del gruppo era uno studente di appena 15 anni che vive in provincia di Siena. In queste ore i carabinieri stanno allargando il cerchio investigativo: ci sono infatti ulteriori accertamenti in corso su altri partecipanti alla chat, una ventina in tutto tra ragazzi e ragazze che vivono in mezza Italia, compresa la Toscana. Accertamenti che andranno a incrociarsi col materiale sequestrato durante le perquisizioni di ieri: smartphone, memorie sd, pc, chiavette usb. Diffusione e detenzione di materiale pedo-pornografico e istigazione a delinquere sono le ipotesi di reato ipotizzati dal procuratore Antonio Sangermano. «Sono figli di famiglie normali», dice un investigatore per spiegare che il fenomeno della violenza in tutte le sue forme — pedopornografia e odio razziale — può tranquillamente annidarsi in qualsiasi casa. Nei prossimi giorni sono fissati gli interrogatori di garanzia al Tribunale dei Minori di Firenze. S.I.