Fonte:
La Nazione
Autore:
Elettra Gullé
Offese la Segre, prof ‘assolta’. Ora fa lezione
Indignazione per il ritorno in classe dopo le frasi contro la senatrice a vita. Toccafondi: «Fatto incompatibile». Ispettori in arrivo
FIRENZE Era il 27 gennaio scorso, Giorno della memoria, quando una docente di una scuola media fiorentina definì la senatrice Segre un «personaggio in cerca di pubblicità». Parole pesanti, che mal si addicono ad una figura di educatrice. La classe, una seconda media, rimase sconvolta di fronte a tanto astio verso una persona di così alto spessore morale quale è la senatrice a vita. «Liliana Segre non la sopporto. E anche voi, ragazzi, non vi fate fregare da questi personaggi che cercano solo pubblicità», disse l’insegnante, come riferito dai suoi allievi. «Anche mio nonno è stato in un campo di concentramento, ma non è certo andato in giro a dirlo a tutti», prosegui. Per poi concludere, tra lo sbigottimento generale: «E ora non andate a casa a dire ai vostri genitori che sono nazista e antisemita».
L’ondata di sdegno fu unanime: genitori, preside, colleghi, istituzioni locali e nazionali. La stessa ministra Azzolina intervenne a stretto giro definendo le parole della prof «gravi e ingiustificabili» ed auspicando che «il gesto venisse verificato e valutato con la massima attenzione». Nonostante l’eco dell’incredibile episodio, quella prof dal 14 settembre è tornata in cattedra. L’Ufficio scolastico di Firenze l’ha reintegrata e, dunque, lei è tornata ad insegnare nelle sue classi, compresa quella in cui pronunciò quelle frasi da brividi. Purtroppo non si conoscono le motivazioni del reintegro perché il direttore dell’Usp, Roberto Curtolo, non ci ha mai risposto. Ma adesso il Miur vuole vederci chiaro.
Il Ministero ha richiesto accertamenti immediati sul reintegro dell’insegnante finita nella bufera. Le verifiche sono scattate subito nella giornata di ieri. «Una decisione giusta. È inaccettabile che tutto sia poi finito in una bolla di sapone», dicono i genitori. «Tra di noi – aggiungono, – prevale comunque un sentimento di rassegnazione. Ci aspettavamo che almeno la docente venisse spostata in un altro istituto. Assurdo che sia tornata ad insegnare ai nostri ragazzi, che proprio non comprendono come mai sia stata rimessa in cattedra». Anche i colleghi dell’insegnante sono increduli: «Così ha deciso l’Ufficio scolastico provinciale…E noi possiamo farci ben poco», le poche parole trapelate. Se la scuola cerca di parlare il meno possibile, il mondo della politica si fa sentire. «Disse ‘Liliana Segre voleva farsi pubblicità con il Giorno della memoria’. Per questa frase vergognosa la docente era stata sospesa. Perché è stata reintegrata come se nulla fosse? Aspettiamo valide motivazioni».
Affida a Twitter tutto il suo sconcerto il sindaco di Firenze, Dario Nardella. «II reintegro di un’insegnante che denigra Liliana Segre è per noi un fatto incompatibile con la missione educativa della scuola: è come dire per insegnare non serve alcun requisito oltre a quello tecnico, ma la scuola è educazione e non solo nozioni – accusa Gabriele Toccafondi, capogruppo di Italia Viva in commissione Cultura alla Camera -. Se facciamo finta di niente, che messaggio diamo a ragazzi e famiglie? Chiediamo alla ministra Azzolina e al suo ministero di prendere una posizione chiara e intervenire». Anche il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi si rivolge all’Azzolina: «La ministra mandi subito gli ispettori ministeriali e verifichi cosa è successo».