Luogo:
Torino
Fonte:
Corriere della Sera
Scritta antisemita sulla porta «Ho pianto, ma non ho paura»
TORINO. Una stella di David, con la scritta «Jude» tracciata con il pennarello nero. Marcello Segre l’ha trovata ieri mattina sulla porta della sua abitazione di Torino. L’ennesimo episodio di antisemitismo in Piemonte. Era già accaduto a Mondovì, sulla porta di casa di Aldo Rolfi. II figlio di Lidia, partigiana deportata a Ravensbrück nel 1944, una delle testimoni dell’orrore dei lager, si era ritrovato scritto «Juden hier». Pochi giorni dopo era accaduto in via Monferrato, nel quartiere Vanchiglia di Torino. La frase «Crepa sporca ebrea» era diretta a Maria Bigliani, figlia della staffetta partigiana Ines Chiron Bigliani. Gesti che riportano alla mente i rastrellamenti dei nazisti: le scritte e le stelle sulle porte venivano usate per identificare le case degli ebrei che venivano poi deportati. «Stamattina non è stato un bel risveglio. Ho anche pianto. Ma non ho paura». Marcello Segre, un cognome importante anche senza essere parente della senatrice Liliana Segre, «anche se ne condivido le idee» racconta, è molto conosciuto a Torino. Presidente dell’Associazione Piemonte Cuore Onlus, chiamato «l’uomo dei defibrillatori», da anni si batte per diffondere l’uso di questi dispositivi medici nelle scuole. Grazie a uno degli apparecchi donati al liceo Giordano Bruno di Torino lo scorso 30 gennaio un ragazzo di 21 anni è stato salvato dai bidelli. Senza contare i progetti che negli anni sono stati avviati dalla Onlus, dai corsi nelle scuole al posizionamento di defibrillatori in vari punti della città e di altri comuni del Torinese. II primo in ordine di tempo consegnato nel 2014. «Non sono una persona di spicco — dice —. Sono un uomo che salva vite. Questo gesto mi ha colpito. Chi ha marchiato la mia abitazione l’ha raggiunta di proposito. Di notte. Quando tutti dormivano. Ho riflettuto se denunciare o stare zitto. Ho dato pubblicità alla cosa perché non ricapiti ad altri. Molto spesso queste cose possono essere emulate ma non bisogna darla vinta. Torino e II Piemonte sono posti inclusivi. Ma noi adulti abbiamo una grande responsabilità verso i giovani. Bisogna raccontare la storia, soprattutto quella recente. Perché non si ripeta». Il gesto, su cui indaga la Digos, è stato condannato in modo bipartisan dal mondo della politica e delle associazioni. In molti ieri hanno voluto esprimere il loro sostegno a Segre. La sindaca Chiara Appendano ha definito l’episodio «Inaccettabile» affermando di voler continuare a denunciare e a schierarsi contro il razzismo e l’antisemitismo. «E successo di nuovo e questa volta a Marcello, una Sardina, che si è battuta al nostro fianco, offrendosi con passione ed energia» afferma il gruppo torinese in cui milita Segre. Marcello aeri è tornato a casa. «Non sono io a dover avere timore. Dormirò sonni tranquilli. Non so se chi ha disegnato quella scritta potrà fare altrettanto». di Floriana Rullo
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