13 Dicembre 2019

Per il Gip nei post pubblicati dal docente di Siena “non è ravvisabile l’istigazione all’odio razziale”

Fonte:

Corriere Fiorentino

Autore:

Giulia Maestrini

Prof pro Hitler, la comunità ebraica contro il Gip

Siena, polemica dopo che il giudice ha riaperto il profilo Twitter di Castrucci. «Intervenga il ministro»

SIENA All’indomani della decisione del gip di Siena di riaprire il profilo Twitter di Emanuele Castrucci, il professore dell’Università di Siena finito nella bufera dopo il tweet su Hitler, la comunità ebraica di Roma si scaglia contro il provvedimento: «E’ incomprensibile — dice la presidente Ruth Dureghello — come possa essere considerata legittima l’esaltazione di Hitler nel Paese dove esiste una legge contro il negazionismo e che vieta l’apologia del fascismo. Auspichiamo che il Ministro della Giustizia si occupi del caso, affinché in futuro non accada che qualcuno si senta legittimato da un Tribunale a difendere il nazismo». «Le vicende giudiziarie e quelle accademiche sono due aspetti separati che possono procedere su strade diverse: il Consiglio di disciplina dell’Università non decide se comminare o meno un provvedimento rispetto alle risultanze della magistratura»: il direttore del Dipartimento di giurisprudenza dell’Ateneo senese, Stefano Pagliantini, ha ben chiara la distinzione dei fatti. Secondo la giudice di Siena, in quei tweet che hanno messo al centro dello scandalo il professore — e anche del provvedimento disciplinare avviato dall’Università — «non ci sarebbero gli estremi del reato di propaganda e istigazione all’odio razziale ma solo una rilettura storica e apologetica della figura di Hitler ». E il prof è tornato a cinguettare: rimosso il post da cui tutto è partito (l’immagine di Hitler e la frase: «Vi hanno detto che sono stato un mostro per non farvi sapere che ho combattuto contro i veri mostri»), ha ricominciato a postare citazioni, opere d’arte, interviste, saggi. Schierati, certo. «Sono espressioni di un certo tipo di cultura filosofica a cui lui si ispira — aggiunge Pagliantini — ma non si è filonazisti solo perché si studia Carl Schmitt (che Castrucci cita spesso, ndr). Però un conto è l’analisi storica seria, pur discutibile, o la rilettura del pensiero di autori che all’epoca si schierarono o manifestarono simpatie verso regimi dittatoriali; altra cosa è fare apologia, pubblicando parole che con le ricostruzioni storiche non hanno niente a che spartire». E il Dipartimento su questa distinzione ha le idee chiare: una mozione, votata all’unanimità, evidenzia come le dichiarazioni di Castrucci — seppur «mai avvenute nell’ambito dell’attività didattica» — siano da condannare».