Autore:
Fabio Scuto
L’Olocausto, Al Jazeera e il video negazionista »
Antisemitismo in tv L’emittente del Qatar prima pubblica un servizio, poi sospende due reporter
Gerusalemme Per la prima volta Al Jazeera ha sospeso due suoi reporter per aver mandato in onda un servizio palesemente antisemita, un’altra solita storpiatura della Storia con cui abitualmente i revisionisti – arabi e non – invadono la Rete, il Web e la tv. È un video di sette minuti andato in onda sabato scorso su Al Jazeera in lingua araba in cui sostiene che le dimensioni dell’Olocausto sono state “abilmente amplificate” perché gli ebrei controllano la stampa mondiale. Violentando la Storia a loro piacimento i due autori del programma dubitano delle cifre: “Come si è arrivati alla cifra di 6 milioni di ebrei uccisi dai nazisti?”. Ancora: “Hanno sfruttato l’Olocausto facendo concentrare tutto il mondo sui loro morti, le altre vittime sono state dimenticate, per ricevere denaro dalla Germania si afferma nel video – sei decenni dopo l’Olocausto, rispetto ad altri Paesi che ne sono stati colpiti Israele ha ricevuto sono state riparazioni sproporzionate”. Dobbiamo condannare inequivocabilmente l’Olocausto, prosegue il servizio, “ma Israele adesso usa gli stessi metodi dei nazisti nella pulizia etnica contro i palestinesi”. Indignate e immediate le reazioni in Israele sul contenuto anti-semita del programma. Immediata anche la reazione di Al Jazeera che ha subito rimosso il video dal proprio sito ufficiale e poi ha annunciato che i due giornalisti responsabili del servizio sono stati sospesi dall’emittente del Qatar. “Al Jazeera rinnega completamente il contenuto offensivo del servizio in questione e non può tollerare questo tipo di contenuto su nessuna delle piattaforme della rete”, scrive Yaser Bishr, direttore esecutivo della divisione digitale, in una dichiarazione ufficiale pubblicata dal sito. Dima Khatib, managing director di Al Jazeera, ha aggiunto che il video è stato prodotto “senza la dovuta supervisione” e che il pezzo ha violato gli standard editoriali della rete. La marcia indietro del network del Qatar è arrivata dopo una salva di dichiarazioni di fuoco sabato sera da Israele. Il portavoce del Ministro degli Esteri Emmanuel Nahshon ha scritto su Twitter che “quel video è il peggior tipo di male: perpetua l’odio per Israele e gli ebrei”. Anche il portavoce per i media arabi del premier Benjamin Netanyahu, Ofir Gendelman, ha commentato che il “video ora è stato rimosso, ma noi continueremo a combattere l’antisemitismo sui media arabi, specie su Al Jazeera in arabo che è un’incitante macchina di propaganda”. I l gesto rapido del network – la rete in lingua araba è ben diversa da quella in inglese per contenuti e programmi – rispecchia in qualche modo il sistema di relazioni che ci sono in questo momento tra Israele e Qatar. Fra i due Paesi, che non hanno relazioni diplomatiche ufficiali, esiste da tempo un efficace dialogo sotterraneo che spazia in vari ambiti compreso l’antiterrorismo. È il Qatar, poi, che pagagli stipendi di Hamas nella Striscia di Gaza. D’intesa con Israele trenta milioni di dollari al mese entrano dal valico di Kerem Shalom. È un accordo importante voluto dal premier Benjamin Netanyahu – e fortemente criticato dalle opposizioni – seguito al `cessate il fuoco’ con Hamas di tre settimane fa. Un’intesa fragile, raggiunta con la mediazione di Egitto e Qatar. L’emirato – sempre in accordo con Israele – è pronto con altri 500 milioni di dollari da investire fra Gaza e Cisgiordania. È un sistema di relazioni delicate ma al momento molto importanti, per entrambi i Paesi.