Fonte:
Il Messaggero
Autore:
Cristiana Mangani
Da Padova a Roma, la galassia nera così si è impadronita degli stadi
L’Osservatorio del calcio: su 151 gruppi orientati politicamente 40 sono neonazisti
ROMA Quale luogo migliore degli stadi per sviluppare derive ideologiche? Basta leggere striscioni e manifesti esposti durante le partite per capire quanto le curve possano rappresentare lo specchio della società in evoluzione. E questa società pare stia proprio virando verso destra, anzi verso l’estrema destra. Una novità che non è di questi giorni. Già nel 2006, nel mese di luglio, perla festa al Circo Massimo del trionfo italiano nel Campionato del mondo, sul palco è comparso uno striscione. C’era scritto: «Fieri di essere italiani—Fidene presente», firmato Daniele De Rossi, Andrea Pirlo e Gianluigi Buffon, con in basso il disegno di una piccola croce celtica. La stessa che ha ampiamente soffiato tatuata Pao- lo Di Canio, ex giocatore simbolo della Lazio, il quale sulla simbologia che lo stadio riesce a esprimere, ha detto la sua: «È il centro sociale più grande che ci sia».
I MOVIMENTI ATTUALI
E, infatti, è tra quegli spalti che gli orfani di una certa destra (negli anni ’80 potevano contare su Gianfranco Fini prima del cambiamento, oppure su movimenti terroristici come Nar e Terza posizione) si esprimono oggi dietro movimenti come CasaPound o Forza Nuova. E dall’ideologia di Di Stefano, Fiore e Adinolfi, il salto verso lo striscione contro “Anna Frank”, o i continui episodi di razzismo tra gli spalti, non è poi cosi lungo. I gruppi xenofobi manifestano la loro sottocultura violenta in maniera sempre più strutturata e stabile. Almeno a giudicare dall’analisi che viene fatta annualmente nel rapporto dell’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, realizzato dalla Polizia di Stato, o dagli alert lanciati dagli 007 che monitorano il fenomeno. «Le varie campagne propagandistiche (della destra, ndr) – sottolineano gli analisti dei servizi segreti – hanno tradito l’intento di coniugare l’esigenza di proiettare un’immagine “moderata” con la determinazione a preservare, per ragioni di proselitismo, i rapporti con quel variegato sottobosco comprendente anche segmenti politicizzati delle tifoserie calcistiche, nonché sigle di matrice neonazista, antisemita e skinhead. Ed è in questo ultimo ambito si è registrato un rimarchevole fermento organizzativo e programmatico da parte di componenti hammerskin attestate nel Nord Italia, interessate ad espandere il proprio raggio d’azione a livello nazionale attraverso un ambizioso “progetto federativo” rivolto a gruppi minori». Cosi su 328 gruppi attivi analizzati dall’Osservatorio, è emerso che 151 sono orientati politicamente: 40 di estrema destra, 45 di destra, 33 di sinistra e 21 di sinistra radicale. Le tifoserie di destra – spiega anche il rapporto – «sono più attive, almeno politicamente, rispetto alle tifoserie di sinistra: fanno comunicazione online, puntano sull’immagine, gli slogan, organizzano incontri su temi di attualità e si considerano impegnati. Per politicizzati però s’intende non solo l’esposizione di uno striscione o il canto di qualche coro. In alcune terre calcio e politica si intrecciano, i capi curva e i lanciacori hanno stretti legami o fanno parte delle file di partiti e movimenti. A destra i gruppi sono noti: Forza Nuova, CasaPound, Skinheads».
I RAPPORTI
Lo zoccolo duro del fascismo calcistico si trova nel Triveneto: Padova, Triestina, Udinese, e soprattutto Hellas. Tra i club più caldi, la Banda Loma di Alberto Lomastro, indagato, e poi assolto, insieme a Yari Chiavenato (ex Forza Nuova) per una storia datata 1996 quando dalla curva fu fatto pendere un manichino nero come protesta nei confronti della società che voleva acquistare un giocatore africano». La tifoseria laziale è quella nera per definizione, e mantiene legami anche oltre confine. È loro lo striscione esposto ieri e inneggiante a Mussolini, ma era anche loro il messaggio contro “Anna Frank”. «Il filo nero – è ancora evidenziato dall’Osservatorio – lega da est ad ovest l’Europa, spalleggiano i laziali gli Ultras Sur del Real Madrid, i polacchi del Wisla Cracovia e i bulgari del Levski Sofia». Sotto lo sguardo attento del Vim inale c’è la tifoseria della Juventus, con gruppi dichiaratamente di estrema destra come i Drughi (con tanto di acronimo Ducs), i Viking e Tradizione». Poi l’Inter: dagli Skins agli Irriducibili, basi logistiche della destra radicale in Lombardia. E ancora: la Sud milanista, anche questa risucchiata a destra e la tifoseria romanista dove trovano spazio gruppi di destra come Boys e Giovinezza.