13 Marzo 2019

Corso di formazione in giornalismo di impianto “sovranista”

Fonte:

Il Foglio

Autore:

David Allegranti

La scuola di formazione dei giornalisti sovranisti, terrore dei globalisti

Intellettuali presunti dissidenti

Roma. All’armi siam sovranisti, terrore dei globalisti. Dopo aver conquistato la Rai con Marcello Foa e l’ex genio di successo Carlo Freccero, il mainstream sovranista cerca nuove vie per fare proselitismo. Arriva cosi Gem, la “Scuola di formazione in giornalismo, editoria e nuovi media”, dal 21 al 23 giugno a Roma. Il “corso di formazione” costa 300 euro se l’iscrizione viene effettuata entro il 20 aprile 2019; oltre, costa 50 euro in più. “Potranno partecipare al corso i primi 150 iscritti, previa conferma di avvenuto pagamento”. L’iniziativa editoral-sovranista è promossa dall’Intellettuale Dissidente, diretto da Sebastiano Caputo (che figura anche tra i “professori” del corso), giornale online che ha ospitato contenuti antisionisti e anche antisemiti, sempre con l’aria di chi di fa controcultura impegnata. In Rete ci sono ancora tracce di un testo del 27 gennaio 2013 (Giornata della memoria)-successivamente cancellato – intitolato “La Giornata della Cicoria”, che ha suscitato giustamente le proteste di associazioni ebraiche. Non mancano, e quelli sono tuttora online, articoli di Costanzo Preve sul “sionismo e il segreto della sua scandalosa impunità internazionale”. Svolgimento: “L’antisemitismo è il prodotto di un’orribile paranoia storica e culturale, la quintessenza del rancore e del risentimento che ha già prodotto un gigantesco massacro amministrativo. Il filosemitismo ne è per ora soltanto un patetico ed innocuo rovesciamento…”. E ancora, in un testo firmato da Manuel Freytas, si legge: “Il potere occulto: da dove nasce l’impunità di Israele?”. Svolgimento: “Israele è… la patria territoriale del sionismo capitalista che controlla il mondo senza frontiere degli uffici direttivi di banche e corporazioni transnazionali. Israele è fondamentalmente la rappresentazione nazionale di un potere globale sionista, che è padrone dello stato di Israele tanto quanto degli Stati Uniti…”. Ma chi sono i “professori” del corso di formazione? C’è il presidente della Rai Foa, noto diffusore di bufale, incaricato di spiegare “la piramide dell’informazione” e di illustrare al pubblico “come migliorare il giornalismo”. “Capire i meccanismi di inclusione, di esclusione e di gerarchizzazione delle notizie è il primo compito di quei giornalisti che vogliono ristabilire un rapporto simmetrico tra la realtà e i fatti”, si legge nella brochure. E chi meglio di Foa, già twittatore compulsivo di fake news? C’è poi Freccero – lo stesso che ha pensato a una trasmissione su Rai2 con i contenuti di alcuni siti e blog di sedicente controinformazione, tra questi anche l’Intellettuale Dissidente-con una lezione “magistrale” dal titolo “Il medium è il messaggio. Il futuro del giornalismo televisivo”. C’è pure una lezione del senatore leghista Alberto Bagnai, dal titolo non immediatamente comprensibile: “L’esperienza. Le idee che diventano azione politica”. “La rete ha ribaltato l’agenda giornalistica e politica. Il blog personale di Alberto Bagnai, oggi senatore della Repubblica italiana in quota Lega, intitolato `Goofynomics’ è emblematico per comprendere questo cambio di paradigma. Quelle che erano teorie economiche considerate marginali dai grandi esperti del settore sono prima risalite in cima al dibattito, poi sono diventate i punti cardinali del programma di uno dei due partiti politici più popolari d’Italia. E oggi influenzano con forza le riforme portate avanti dal nuovo governo italiano”. Per la verità, le teorie economiche di Bagnai, blog o non blog, continuano a restare marginali: i no euro, dopo aver conquistato posti importanti (Bagnai è presidente della commissione Finanze del Senato, Claudio Borghi della commissione Bilancio della Camera), sono stati smentiti dal governo e bersagliati da una fetta dei loro seguaci a causa dell’approccio molliccio su Ue e moneta unica. Sono soprattutto alcuni talk-show a prenderli sul serio, con certi servizi sul signoraggio bancario. Altro che controinformazione e mitologia della rete, insomma: un intellettuale dissidente aspira a un programma tv, preferibilmente in Rai.